L’allarme per la peste suina continua a crescere

Dopo l’Appennino Piacentino, con la scoperta di una carcassa di cinghiale infetta nel territorio del comune di Varano de’ Melegari, anche la zona del Parmense vocata alla stagionatura del Prosciutto di Parma dop è entrata nel tunnel della peste suina africana (Psa).

Aumentano così lo sconcerto e la disperazione degli operatori del settore, in primis gli allevatori, che vedono crescere i danni e minacciato il futuro della loro attività e che, all’unisono, puntano il dito contro la struttura commissariale, a cui imputano l’incapacità di aver dato seguito con azioni efficaci al Piano di depopolamento dei cinghiali, misura ritenuta la sola in grado di arrestare la lenta, ma inesorabile marcia del virus, ma anche contro i rimpalli di responsabilità a livello politico tra le diverse istituzioni coinvolte.

In provincia di Piacenza, sono numerosi i cacciatori che hanno partecipato ai corsi organizzati dall’Asl per ottenere il riconoscimento come bioregolatori per dar corso al Piano di depopolamento, ma dopo l’abbattimento di un centinaio di animali la loro attività, totalmente volontaria, ha dovuto interrompersi per la carenza delle celle frigorifere dove sistemare le carcasse.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 15/2024
Il tempo scorre e l’allarme Psa continua a salire
di A. Mossini
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