La Danimarca è tra i maggiori esportatori mondiali di carni suine e prodotti lattiero-caseari. A partire dal 2030 introdurrà una tassa sulle emissioni di gas serra a carico degli allevatori.
Il Governo varerà a breve questa misura con l’obiettivo vincolante, al 2030, di ridurre le emissioni di gas serra del 70% rispetto al 1990.
A livello mondiale è la prima volta che il settore primario è sottoposto a una carbon tax.
Le emissioni agricole sono la principale fonte emissiva di gas climalteranti del Paese scandinavo e rappresentano il 22,4% di quelle totali danesi. La tassa sarà di 300 corone danesi (corrispondenti a 39 euro al cambio attuale) per tonnellata di CO2 nel 2030, che salirà a 750 corone (97,50 euro) nel 2035.
I proventi dell’imposta saranno restituiti al settore e reinvestiti in iniziative green, nello sviluppo di tecnologie per il clima e in processi industriali a basse emissioni per la lavorazione di materie prime agricole.
Il Governo vuole favorire anche il recupero delle torbiere: dal 2028 gli agricoltori che non vorranno cessare le attività in queste aree dovranno pagare una tassa pari a 40 corone (5,20 euro) per tonnellata di CO2 emessa. Inoltre sarà incentivato lo stoccaggio del biochar, il carbone vegetale risultante dai processi di pirolisi di biomasse vegetali. Questo avverrà attraverso un programma di sovvenzioni pubbliche, per un totale di poco più di 10 miliardi di corone danesi fino al 2045.