Lo scorso anno il volume di latte vaccino prodotto in Alto Adige è stato di 402 milioni di chilogrammi, poco meno dell’1% in più rispetto all’anno precedente, ma sono ancora diminuite le aziende produttrici del territorio. Questa è una delle evidenze emerse nel corso dell’assemblea generale 2021 della Federazione Latterie Alto Adige svoltasi nei giorni scorsi, che ha analizzato i risultati del 2020 e delineato gli scenari futuri.
«L’anno scorso – ha affermato il presidente della Federazione, Joachim Reinalter – per far fronte alla crisi abbiamo dovuto reinventare le catene logistiche, sviluppare nuovi canali di vendita e rielaborare i modelli di marketing».
L’anno della pandemia è stato affrontato il meglio possibile e con molto impegno da parte di tutti. «Purtroppo – afferma Reinalter – non siamo riusciti a fermare il trend negativo di chiusura degli allevamenti dell’anno precedente, tanto che negli ultimi 20 anni abbiamo perso più di 1.700 aziende».
Il prezzo medio pagato per il latte nel 2020 è sceso di circa mezzo centesimo a 50,83 centesimi di euro/kg e «in considerazione della crisi e del calo dei prezzi a livello internazionale – commenta ancora il presidente – riteniamo questa notizia relativamente buona». Tuttavia, sottolinea anche che i costi per gli agricoltori e le aziende lattiero-casearie sono aumentati costantemente.
Gli agricoltori si trovano ad affrontare l’esplosione dei prezzi dei mangimi, mentre nelle latterie la spesa per l’energia e il materiale di confezionamento è in forte aumento. «Stabilità dei prezzi – conclude Reinalter – significa che il margine di manovra finanziario per il nostro settore sta diventando sempre più piccolo. Questo anche perché un aumento dei prezzi sul mercato non può essere preso in considerazione e quindi gli agricoltori ne subiscono le conseguenze».