Nel 2021 l’incremento in valore delle vendite dei vini dealcolati a livello globale è stato del 6%. E le stime di crescita tra 2021 e 2025 assegnano a questa categoria un tasso annuo di +8%. Il giro d’affari delle bevande dealcolate è stimato oggi (2021) poco al di sotto dei 10 miliardi di dollari USA, rispetto ai 7,8 miliardi del 2018 (+28,2%).
L’Italia, che è il maggior produttore di vino al mondo, nel mercato del vino dealcolato è però ancora pressoché assente. Continuano infatti le polemiche fra chi sostiene che quello dealcolato non può chiamarsi «vino» e chi mette in evidenza la promettente apertura di nuovi sbocchi di vendita, nazionali e internazionali. E il confronto fra le due parti ha animato particolarmente anche il recente Vinitaly.
I segnali di crescita del consumo di vini parzialmente o totalmente dealcolati riguardano prevalentemente Paesi con solida tradizione di vendita di vino. Negli Stati Uniti, più grande mercato del vino al mondo (33 milioni di hL nel 2020), si verifica il più alto incremento del consumo di vino dealcolato (+10% annuo fino al 2024, secondo un report di Wine Intelligence), con il 45% dei consumatori che modera il proprio consumo di alcolici, di cui il 19% riducendo le occasioni di consumo, il 12% passando a bevande analcoliche, il 14% guardando a prodotti con un minore contenuto di alcol. Queste scelte si riscontrano anche fra i consumatori abituali di altri Paesi e sono dettate soprattutto da motivi di salute, registrandosi più frequenti tra i più giovani (fino a 33 anni) e fra gli adulti di sesso maschile.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 15/2022
Vini dealcolati in forte crescita
di G. Lo Surdo
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