Non solo Italia, Francia e Spagna, ma anche Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria potrebbero unirsi per fare pressione sulla Commissione europea contro l’etichetta irlandese che prevede avvertenze sanitarie sul consumo di alcolici. Queste le novità che giungono da Bruxelles.
Nei giorni scorsi il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida aveva fatto riferimento al lavoro che Roma, Parigi e Madrid portavano avanti per arrivare a un documento comune. I canali diplomatici si sono attivati nelle scorse settimane arrivando a coinvolgere altri cinque Paesi scettici sulla compatibilità tra le regole del mercato interno e le norme che Dublino vorrebbe emanare, a maggior ragione da quando la Commissione ha annunciato misure Ue in materia. L’iniziativa degli otto Paesi potrebbe concretizzarsi la prossima settimana.
L’opposizione dei principali paesi produttori di vino europei è stata ribadita in apertura del Consiglio de ministri agricoli europei di stamattina: «La questione dell’etichettatura degli alcolici va risolta all’interno dell’Ue, ogni approccio unilaterale sinceramente non mi sembra adatto» ha detto a Bruxelles il ministro spagnolo dell’agricoltura Luis Planas. E ha aggiunto: «Dobbiamo preservare il mercato unico e questo vuol dire avere un approccio comune. Abbiamo rispetto delle competenza degli Stati membri in materia di salute però qui stiamo regolamentando un prodotto alimentare riconosciuto dal Trattato di funzionamento dell’Ue, abbiamo chiesto alla Commissione di pronunciarsi su questo tema, so che c’è un gruppo di Stati membri che pensa a un ricorso alla Wto, ma questo è un problema che dobbiamo risolvere in famiglia, all’interno dell’Ue e ogni approccio unilaterale sinceramente non mi sembra adatto».
Anche il ministro francese Marc Fesneau si è espresso in merito alla vicenda dell’etichetta irlandese: «Ci sono già delle campagne di sensibilizzazione sul consumo moderato di alcolici in corso in tutti i Paesi, l’idea di aggiungere altro non ci sembra equilibrata e su questo siamo in disaccordo con gli amici irlandesi. Poi vedremo il dibattito, ma sul tema la Francia è sulla posizione già espressa dai miei collegghi spagnolo e italiano».