C’è preoccupazione nel mondo della cooperazione vitivinicola, che detiene il 58% di tutto il vino italiano prodotto, rispetto ai tempi e soprattutto alle modalità con cui sarà attuata la distillazione di crisi, misura che dovrebbe essere finanziata con uno stanziamento di 50 milioni di euro, da recuperare nell’ambito del Piano Nazionale di Sostegno e tuttora in attesa del decreto applicativo.
«Abbiamo scritto una lettera alla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova – spiega il coordinatore vino dell’Alleanza cooperative, Luca Rigotti – per esprimere tutta la nostra preoccupazione sia rispetto ai ritardi con cui il nostro Paese si appresta a varare gli interventi a sostegno del settore vitivinicolo – ricordiamo che la vicina Francia ha già reso operativa la misura della distillazione – sia, soprattutto, rispetto al valore dell’aiuto per la distillazione che è stato ipotizzato dal nostro Ministero».
«Un aiuto pari a 0,275 euro al litro – spiega Rigotti – è infatti ancora decisamente troppo basso rispetto agli attuali valori di mercato. Oltre a non remunerare equamente il prodotto, e dunque a rendere poco appetibile la misura, tale quotazione avrà certamente l’effetto di svilire l’intero mercato dei vini senza denominazione di origine, e forse non solo quelli».
Nella lettera inviata alla Bellanova l’Alleanza cooperative ricorda che «nella vicina Spagna il prezzo pagato per la distillazione dei vini senza indicazione geografica sarà di 0,3 euro al litro, mentre in Francia i vini senza ig verranno distillati ad un prezzo addirittura di 0,58 euro/litro».
La cooperazione vitivinicola italiana ha quindi richiesto al Ministero «un ulteriore sforzo per portare il livello della retribuzione al produttore almeno a 0,3 euro ma anche più alto, per evitare di mettere le nostre produzioni in una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti».