Vigneti presi di mira dalla Corte dei conti UE

Le misure di ristrutturazione a autorizzazione all’impianto di vigneti nell’UE sono state oggetto delle critiche della Corte dei conti europea.
Riguardo all’attuazione della misura della ristrutturazione, di gran lunga l’operazione più importante nell’ambito dei piani nazionali di sostegno vitivinicoli, in quanto assorbe circa il 50% delle risorse che l’UE ha messo a disposizione nel periodo 2014-2018, la Corte ha evidenziato alcuni punti critici. Il primo è il mancato funzionamento dei criteri di selezione. Gli Stati membri hanno cioè finanziato tutte le domande presentate dai viticoltori, senza privilegiare quelle ritenute più conformi agli obiettivi stabiliti nei regolamenti comunitari.

Un’altra osservazione critica riguarda l’impatto ambientale della misura che è stato piuttosto limitato secondo la Corte dei conti, in quanto non si è cercato di migliorare la sostenibilità e ridurre l’impronta ambientale del settore vitivinicolo, preferendo realizzare gli interventi di ristrutturazione «principalmente in base alle previsioni della futura domanda sul mercato».

Anche il sistema di autorizzazione è stato preso di mira. L’introduzione del dispositivo è avvenuta – rileva la Corte dei conti – senza alcuna valutazione d’impatto, per volontà politica del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri, e le scelte messe in campo dagli Stati membri per la concessione di nuovi impianti ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo di competitività. Ciò accade soprattutto quando l’assegnazione è svolta su base percentuale, portando a riconoscere l’autorizzazione su superfici di modesta entità.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2023
La Corte dei conti dell’UE mette i vigneti nel mirino
di E. Comegna
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