Come indicato nella Direttiva n. 128 del 21 ottobre 2009, uno dei criteri fondamentali su cui si deve basare la gestione della difesa delle colture è il monitoraggio degli organismi nocivi, al fine di decidere se e quando applicare misure fitosanitarie e interventi con prodotti fitosanitari.
Monitoraggio: il programma
Le dinamiche dell’oidio sono in gran parte legate alla presenza di inoculo svernante e alla suscettibilità del vigneto in base al vitigno, alla giacitura e alla gestione agronomica. Risulta molto importante, quindi, avere informazioni ben organizzate e affidabili sulla storicità dei vigneti.
La tempestiva individuazione dei sintomi, in particolare delle infezioni iniziali (ascosporiche nella maggior parte dei casi e solo raramente sui germogli bandiera), e la condivisione immediata di tali informazioni durante la stagione vegetativa sono altrettanto importanti per prendere decisioni gestionali il più accurate possibili.
Il programma di monitoraggio per l’oidio prevede l’utilizzo combinato di modelli previsionali, dell’applicazione 4Grapes® per la raccolta dati del monitoraggio in campo (Vite&Vino n. 1/2020 pag. 34-39), con la modulazione del numero di vigneti da controllare e degli interventi specifici da effettuare in ogni appezzamento.
Caso aziendale
Esaminiamo ora la realizzazione del programma di monitoraggio per l’oidio, relativo all’anno 2017, in un caso aziendale. I vigneti in cui è stato impostato il programma di monitoraggio per l’oidio si trovano in Sardegna.
Definizione delle zone a rischio
In base alla storicità delle infezioni di oidio, i vigneti sono stati separati in due unità produttive.
Il monitoraggio effettuato durante la stagione ha confermato la diversa sensibilità delle due unità produttive alle infezioni di oidio con sporadici casi di infezione nell’unità produttiva 1 (UP1, 512 ha) e infezioni più diffuse nell’unità produttiva 2 (UP2, 18 ha).
I modelli previsionali
Il modello vite.net applicato nel caso aziendale ha indicato un diverso numero di infezioni ascosporiche nel caso delle due unità produttive: due infezioni molto precoci a marzo nel caso della UP1 e sei distribuite fino a fine maggio nel caso della UP2.
Le scelte operative
I trattamenti principali sono stati impostati seguendo l’evoluzione delle infezioni ascosporiche e trattando in corrispondenza della comparsa dei sintomi. Quando dal monitoraggio in campo si è rilevata la presenza delle prime infezioni sono stati effettuati i primi interventi. Il criterio generale è stato quello del programma di monitoraggio, mantenendo il livello di difesa 1 (dose bassa e turno lungo) nel caso della UP1 e livello di difesa 2 (dose media e turno medio) nel caso della UP2.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 2/2020
Vigneti più sani con meno trattamenti
di D. Mosetti, G. Bigot
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