Il ritenere che nell’agricoltura del passato tutto era meglio di adesso è ormai un modo di pensare molto diffuso. Se poi parliamo di trattamenti antiparassitari lo spazio per i ragionamenti basati sui numeri è pari a zero.
Nonostante questo, vale forse la pena considerare come è cambiato nei decenni l’utilizzo del rame per combattere la peronospora nel vigneto, così come illustrato nell’articolo di Mauro Varner in prossima pubblicazione su Vite&Vino.
A fine 800, nella zona del Medoc, in Francia, si consigliava di preparare la poltiglia bordolese con 130 litri di acqua, 15 Kg di calce e 8 Kg di solfato di rame: cioè, in pratica, 1.300 g/hL di rame metallo.
Nel 1928, da San Michele all’Adige arrivava il consiglio di utilizzare circa 250 g/hL.
Arrivando ai giorni nostri, e restando in Trentino alla Fondazione Mach, uno studio del 2016 considera sufficienti per combattere efficacemente la peronospora 40 g/hL.
Insomma, sembra di poter dire che il progresso tecnologico qualche passo avanti l’ha fatto fare.