A poco meno di 2 anni dalla sua entrata in vigore, il Testo unico sul vino è ancora ben lontano dall’aver dispiegato i propri reali effetti semplificativi sul settore. La legge prevede infatti l’emanazione di una trentina di decreti applicativi, di cui però, a oggi, ne sono stati discussi, approvati, firmati e pubblicati poco meno della metà. Il vero problema è che quelli mancanti sono i più importanti in termini di contenuti e, inoltre, vi è il timore che questi provvedimenti non siano portatori di elementi di effettiva semplificazione.
Tra i decreti “pendenti” ci sono quelli che le organizzazioni della filiera vitivinicola avevano individuato come prioritari e urgenti. Anzitutto, quello concernente lo schedario vitivinicolo. Sebbene il Testo unico contenga una disposizione in base alla quale eventuali modifiche di superficie effettuate dall’Amministrazione debbano essere notificate al conduttore entro il 31 luglio di ogni anno, tale disposizione non trova ancora applicazione nella pratica, almeno finché non verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il relativo provvedimento attuativo. Si tratta di un elemento fondamentale per le rivendicazioni docg, doc e igt, e lo è ancor di più alla luce dell’avvento dei registri telematici.
Altri due decreti fondamentali, strettamente connessi tra loro, sono quello sul sistema dei controlli dei vini a denominazione d’origine e indicazione geografica e quello concernente gli esami analitici e organolettici. Anche questi provvedimenti, oggetto di una lunga e articolata concertazione tra amministrazioni competenti, organizzazioni della filiera, organismi di controllo e Regioni, purtroppo ancora non hanno visto la luce.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 33/2018 a pag. 6
Testo unico del vino: decreti attuativi avanti adagio
di V. Sourin
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