Le colture di copertura in vigneto possono migliorare l’infiltrazione dell’acqua superficiale, la riduzione dell’erosione del suolo e il sequestro di carbonio. Tuttavia, la diffidenza a causa dei rischi di competizione idrica ne limita l’uso, per tale ragione l’Università di Piacenza ha eseguito uno screening comparativo sull’uso dell’acqua di 15 specie erbacee.
L’indagine sperimentale
La prova è stata condotta nel 2020 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Piacenza) su 64 vasi da 15 L tenuti all’esterno. I vasi sono stati riempiti con terreno franco-argilloso (35% sabbia, 36% limo e 29% argilla). L’esperimento è stato impostato secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con quattro repliche e sedici trattamenti: un suolo nudo (controllo) e quindici specie erbacee, quest’ultime suddivise in tre gruppi: graminacee, leguminose e tappezzanti.
Valutazione dell’evapotraspirazione
Il grafico riporta i valori di evapotraspirazione giornaliera (ET, mm/giorno) di ciascuna cover crop testata 4 giorni prima dello sfalcio e a 2, 8, 17 e 25 giorni dallo stesso evento. Prima dello sfalcio, i tassi evapotraspirativi hanno mostrato differenze significative tra e all’interno dei tre gruppi. Le tappezzanti hanno registrato una ET media di 8,1 mm/giorno, più bassa rispetto agli altri due gruppi con valori pari a 10,6 e 18,6 mm/giorno (rispettivamente per graminacee e leguminose) e al suolo nudo (8,5 mm/giorno). Prima dello sfalcio, all’interno delle tappezzanti, sono stati riscontrati valori fino a 9,4 (Glechoma hederacea) e 9,8 mm/giorno (Trifolium subterraneum), mentre Dichondra repens, Hieracium pilosella e Sagina subulata aggirandosi intorno ai 7 mm/giorno hanno registrato valori di ET inferiori all’evaporazione del suolo nudo.
Nello stesso giorno, all’interno del gruppo delle graminacee è stata rilevata un’ampia variazione dell’evapotraspirazione giornaliera (45%), con Festuca arundinacea e Festuca ovina che hanno registrato i valori giornalieri rispettivamente più alti (13,4 mm/giorno) e più bassi (7,5 mm/giorno).
Infine, il gruppo delle leguminose ha registrato i tassi evapotraspirativi più alti, con Trifolium michelianum che ha toccato valori di 22,6 mm/giorno. All’interno di questo gruppo si è distinta Medicago polymorpha per i valori più contenuti (12,1 mm/giorno). Due giorni dopo lo sfalcio, tutte le specie testate hanno registrato valori di ET inferiori a 9 mm/giorno (grafico).
All’interno delle leguminose, la riduzione dei consumi idrici è variata tra il 56% (Medicago polymorpha) e il 73% (Trifolium michelianum), con Trifolium michelianum (6,1 mm/giorno), Medicago truncatula (5,6 mm/giorno) e Medicago polymorpha (5,2 mm/giorno) che hanno registrato valori inferiori alle perdite d’acqua a carico del suolo nudo (7 mm/giorno).
Diversamente, pur registrando una consistente riduzione dell’evapotraspirazione giornaliera, le graminacee hanno mantenuto tassi di ET superiori a quelli del suolo nudo, ad eccezione di Festuca ovina (6,3 mm/giorno). A 17 giorni dal taglio del cotico, con abbondante biomassa epigea prodotta, sia Glechoma hederacea che Trifolium subterraneum hanno raggiunto valori di ET rispettivamente pari a 12,0 e 11,4 mm/giorno.
Invece, Dichondra repens, Hieracium pilosella e Sagina subulata, anche se con valori di ET leggermente più alti rispetto a quelli registrati all’inizio della prova, non si sono differenziati di troppo dal suolo nudo fino alla fine della prova.
Le specie tappezzanti hanno, dunque, confermato il loro potenziale utilizzo per l’inerbimento del sottofila in quanto, pur mantenendo una buona copertura del suolo, non richiedono alcuno sfalcio per la riduzione dell’altezza, hanno registrato tassi di evapotraspirazione ridotti e uno sviluppo radicale superficiale.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 18/2023
Tappezzanti in vigneto: valida possibilità di inerbimento
di C. Capri, M. Gatti, A. Fiorini, F. Ardenti, V. Tabaglio, S. Poni
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