L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un’istruttoria nei confronti di nove produttori e distributori di vetro cavo in Italia per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vino.
Secondo l’Authority, le società si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel comunicare ai propri clienti gli stessi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro con un tempismo sospetto, dal momento che le lettere e le e-mail sarebbero state trasmesse nel medesimo arco temporale, vale a dire tra marzo e settembre del 2022. Un coordinamento che potrebbe derivare da un accordo orizzontale o da una pratica concordata per evitare il confronto concorrenziale tra i principali operatori del settore.
Una sorta di cartello economico, per ora presunto, che avrebbe fatto scattare aumenti retroattivi o con decorrenza pressoché contestuale alla comunicazione anche per ordini già effettuati.
Secondo Coldiretti, in 18 mesi si sono avuti aumenti del vetro cavo del 58%. Un fenomeno che ha messo a rischio la competitività del vino italiano sui mercati nazionale ed esteri, con l’export, la componente tradizionalmente più dinamica, che per la prima volta da oltre un decennio ha invertito la direzione di marcia, accusando in valore una flessione dell’1%.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2023
Istruttoria Antitrust sul caro-bottiglie
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