I turisti enoici sembrano apprezzare particolarmente un vino quando traduce al naso e in bocca il legame con il suo territorio. Se poi il vitigno di partenza è un autoctono allevato in piccoli appezzamenti nei vigneti più alti d’Europa, il colpo di fulmine è assicurato.
Il vitigno Priè Blanc
Il vitigno Prié Blanc, biotipo Blanc de Morgex, di origine non nota ma che alcune fonti farebbero risalire all’epoca dei Romani.
Prerogativa della varietà è il ciclo vegetativo molto breve con germogliamento tardivo e maturazione molto precoce, così da sfuggire a brinate e gelate che in zona possono facilmente sopraggiungere nel mese di aprile e qualche volta a inizio maggio.
La produttività e la vigoria del Prié Blanc sono medie, con potatura lunga.
Viene allevato su pergole molto basse, sorrette da palature ora in legno ora in caratteristiche pietre monolitiche, per evitare i danni del vento e del gelo invernale, contrastati dalla capacità del terreno assai sassoso di immagazzinare calore durante il giorno e ricederlo nelle ore notturne.
La temperatura e la secchezza dell’aria rendono poco temibili le ampelopatie, con necessità di trattamenti notevolmente ridotta rispetto ad altre aree vitivinicole (4-5 interventi annui).
Anche la fillossera qui ha dovuto arrendersi e le piante sono allevate a piede franco.
Spumante del Monte Bianco
«Bollicine dei ghiacciai» prodotte a partire da un’accurata selezione delle uve, per scegliere quelle più idonee a essere spumantizzate, alla quale seguono una prima vinificazione in inox e legno grande e una seconda fermentazione del vino in bottiglia. Terminata quest’ultima comincia un lungo periodo di riposo, mai inferiore ai 12 mesi.
Non solo i vigneti più alti d’Europa, ma anche il vino più alto, poiché la società produce spumante ad alta quota.
Una realtà resa possibile da una collaborazione tra la Cave Mont Blanc e la società delle Guide di Courmayeur in un’ottica comune di sperimentazione e promozione del territorio e dei suoi prodotti.
La Cuvée des Guides fa presa di spuma a 2.173 m al Pavillon, la prima stazione della funivia del Monte Bianco.
Il vino base è trasferito in quota mediante la funivia, in due viaggi da circa 500 litri cadauno.
In loco avviene il «tirage» a cui seguirà, dopo 24 mesi, il «dégorgement».
L’altitudine, la pressione atmosferica, la temperatura dei 2.173 metri (10-12 °C) e le particolari attenzioni richieste in lavorazione determinano le caratteristiche delle circa 100 magnum e 1.200 bottiglie prodotte.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 2/2020
Prié Blanc il vitigno più alto d’Europa
di E. Carotenuto
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