Il cosiddetto decreto Semplificazioni, recentemente convertito in legge (n. 120 dell’11 settembre) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 settembre, contiene anche alcune novità di interesse per il settore vitivinicolo.

La principale è una modifica al Testo unico del vino (legge n. 238/2016) che rende più lungo e articolato il percorso che consente il passaggio da una doc a una docg, una «promozione» per la quale vengono di fatto fissati ulteriori «paletti».

In primo luogo, il riconoscimento potrà riguardare esclusivamente l’intera denominazione e non più solo una sua zona o tipologia. Il tempo minimo per l’ottenimento della docg passa inoltre da 5 a 7 anni.

«Il riconoscimento della docg – si legge all’art. 33 – è riservato ai vini già riconosciuti a doc da almeno 7 anni, che siano ritenuti di particolare pregio, per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale acquisita e che siano stati rivendicati nell’ultimo biennio da almeno il 66%, inteso come media, dei soggetti che conducono vigneti dichiarati allo schedario viticolo, che rappresentino almeno il 66% della superficie dichiarata allo schedario viticolo (…) e che, negli ultimi 5 anni, siano stati certificati e imbottigliati dal 51% degli operatori autorizzati, che rappresentino almeno il 66% della produzione certificata di quella doc».

In sostanza, la modifica va a innalzare i requisiti di rappresentatività necessari per il passaggio alla docg: la percentuale dei soggetti che hanno già rivendicato la doc deve essere del 66% (e non più del 51%).

Un’altra novità per il settore vitivinicolo è quella introdotta all’art. 10 che anticipa la data di inizio della campagna vendemmiale al 15 luglio e non più al 1° agosto, in considerazione degli andamenti climatici registratisi negli ultimi anni.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2020
Vini: più lungo il passaggio da doc a docg
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