La Commissione europea ha pubblicato il suo «Piano per battere il cancro» che, tra l’altro, indica diversi interventi futuri per il settore agroalimentare, considerato importante per il suo contributo potenziale alle politiche di prevenzione dei tumori.
Le notizie circolate nei giorni precedenti la pubblicazione del testo finale hanno provocato diverse «alzate di scudi» specialmente in Italia, per le possibili azioni contro il consumo di vino e di carne. Vediamo di capire come stanno le cose.
Il rischio maggiore sembra quello legato ai fondi per la promozione. In una risposta scritta a una precisa domanda de L’Informatore Agrario la Commissione specifica che «riesaminerà la sua politica di promozione in linea con standard dietetici con meno alimenti legati ai rischi di cancro e più frutta e verdura, e in tale contesto la Commissione esaminerà anche la sua politica di promozione delle bevande alcoliche».
Il piano reso pubblico non menziona mai specifiche bevande alcoliche e non parla di consumo di alcol in generale, ma di un consumo che «fa male». È un dettaglio importante, perché indica che Bruxelles non accoglie l’approccio dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui non esiste una dose minima sicura per l’alcol.
Il documento poi annuncia che la Commissione proporrà un’indicazione obbligatoria dell’elenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale sulle etichette delle bevande alcoliche prima della fine del 2022 e delle «avvertenze sanitarie» sulle etichette prima della fine del 2023.
Ma sulle etichette i produttori europei hanno già «fatto i compiti a casa»: durante il mandato della Commissione Juncker hanno infatti iniziato un percorso che li ha portati a ottenere l’inserimento nel regolamento dell’ocm della nuova Pac di un’etichetta obbligatoria con informazioni nutrizionali limitate però alle calorie e un’altra sugli ingredienti, con opzione di poterla avere in formato elettronico.
Più problematico è il contenuto delle avvertenze sanitarie. Se la Commissione proporrà messaggi per invitare a un consumo moderato, i produttori lo fanno già da anni. Se invece si vuole scrivere in etichetta «Nuoce gravemente alla salute», come con le sigarette, allora ci sarebbe un problema.
«L’Ue non ha intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo» ha detto il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas presentando il documento.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 5/2021
Cibo e salute, nel mirino della Commissione alcol e carni
di A. Di Mambro
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