In conseguenza del calo di sostanza organica dei suoli trentini e della disponibilità di matrici organiche, la Fondazione Mach ha avviato una sperimentazione triennale (2016-2018) per verificare gli effetti della somministrazione di ammendanti ottenuti sul territorio per fertilizzare il vigneto, in confronto con la normale gestione della fertilità aziendale.
Gli ammendanti utilizzati nelle prove sono stati il letame bovino con lettiera di paglia maturato per 90 giorni in cumulo rivoltato e il compost ottenuto dalla trasformazione biossidativa di digestato e residui lignocellulosici. Entrambi i prodotti, distribuiti in una sola volta nell’autunno 2015, presentano buone caratteristiche agronomiche e sono disponibili a livello locale con costi compatibili per impieghi a dosi elevate.
Le dosi da apportare in campo sono state determinate in modo tale che la quantità di sostanza secca totale tra i due ammendanti risultasse piuttosto simile, soprattutto in termini di azoto.
Invece, gli apporti di fosforo e potassio forniti dal letame risultano decisamente più elevati rispetto al compost. Su quattro vigneti, facenti parte del mondo Cavit, tre dei quali coltivati con Chardonnay e uno (Maso Romani) con Marzemino, le strategie di solo ammendamento sono state messe a confronto con la consuetudinaria conduzione aziendale.
Per valutare l’effetto delle diverse gestioni si sono effettuate misure relative allo stato vegetativo e nutrizionale in tutti e tre gli anni di prova, durante il periodo primaverile-estivo, nonché rilievi relativi alla produttività in fase vendemmiale (numero di germogli, di grappoli, fertilità e produzione/pianta) nel solo 2018.
La stima dell’espressione vegetativa delle piante è stata fatta tramite misure di NDVI (Greenseeker Handheld ®), che è un indicatore della biomassa fotosinteticamente attiva, su tutte le piante delle diverse tesi a confronto, in due momenti: luglio e agosto (i valori dell´indice sono compresi tra -1 e +1; in presenza di vegetazione assume valori maggiori di 0,2).
L’intensità di colore verde delle foglie (SPAD), indice indiretto del contenuto in clorofilla, è stata misurata tramite lo strumento SPAD 502 su quattro repliche di almeno 15 piante ciascuna, con due letture per pianta e in due momenti: chiusura grappolo (BBCH 77) e post-invaiatura (BBCH 85). In post-invaiatura, per i soli vigneti di Maso Romani e Maso Toresella, le stesse foglie su cui sono state effettuate le letture SPAD sono state destinate ad analisi minerali per determinarne la concentrazione dei principali macro e micronutrienti (N, P, K, Ca, Mg, S, Fe, B, Mn, Cu e Zn).
Più acidità meno zuccheri
Per quel che concerne i parametri vegetativi, sia a Maso Romani sia a Maso Toresella, i valori delle medie triennali di NDVI e SPAD sono risultati superiori per le tesi ammendate rispetto al testimone aziendale.
Per quel che riguarda i parametri qualitativi dei mosti, l’elaborazione dei dati d’insieme di tutti i vigneti mostra che le tesi ammendate tendono ad avere un’acidità superiore, in misura maggiore per la tesi letamata. L’apporto di letame, a fronte di un incremento di acidità, in seguito a un aumento dell’acido malico, determina altresì un incremento dello ione potassio.
Gli effetti dei trattamenti ammendanti sulla qualità dei mosti a Maso Toresella hanno evidenziato una significativa minore gradazione zuccherina della tesi trattata con letame rispetto alle altre due tesi, nonché significativi innalzamenti dell’acidità dei mosti rispetto al testimone, più forte nel caso del letame e di minore entità nel caso del compost, comunque sempre superiore rispetto al testimone.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2020
Letame e compost validi surrogati nella concimazione viticola
di S. Pedò, D. Porro, A. Cristoforetti, D. Bona, M. C. C. Ippolito, R. Zanzotti, D. Trainotti
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