La formazione migliora il fatturato aziendale

In uno scenario che vede il settore vitivinicolo italiano stretto tra i dazi voluti da Trump, l’evoluzione dei modelli di consumo e l’imprevedibilità del meteo causata dai cambiamenti climatici, la formazione emerge come un fattore strategico fondamentale per rafforzare la competitività, la resilienza e la sostenibilità delle aziende. Questo il messaggio emerso con chiarezza dal workshop promosso da Foragri (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua in agricoltura) ed Eban (Ente bilaterale agricolo nazionale) a Vinitaly 2025 dal titolo: «Il valore della formazione: quale impatto per la competitività delle imprese vitivinicole».

Il valore della formazione…

Dopo i saluti del presidente di Foragri Vincenzo Conso e del presidente dell’Eban Roberto CaponiDenis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, ha presentato i risultati della ricerca che ha dato il titolo all’evento evidenziando come le imprese che investono in formazione, ottengono performance migliori in termini di fatturato e competitività.

Da sinistra, Roberto Caponi e Vincenzo Conso

«Dai dati emerge con chiarezza che la formazione produce un impatto diretto e misurabile sulla produttività aziendale, sull’adozione di innovazioni e sulla capacità di affrontare i cambiamenti di mercato» ha sottolineato Pantini. Nello specifico la ricerca evidenzia un valore tangibile della formazione continua in termini economici: giusto per citare un dato, a parità di altre condizioni, le aziende che fanno formazione tendono a crescere in fatturato di circa il 4 % in più rispetto a quelle che non la fanno.

… e del capitale umano

Natale Forlani, Presidente dell’Inapp, ha evidenziato nel suo intervento la necessità di mettere in correlazione investimenti e Risorse Umane, consapevoli che si va incontro ad una riduzione del numero di persone e di mano d’opera. «Dai dati del rapporto INAPP 2024 si evince che oltre il 47% delle imprese italiane segnala problemi nel trovare personale idoneo, un dato in crescita di oltre 22 punti rispetto al 2019. Per questo bisogna investire di più sul capitale umano – ha evidenziato Forlani – evitando di fare una formazione autoreferenziale».

Il parere delle aziende

Andrea Casadei, imprenditore di Tecnovite, e Rito Rauggi, direttore del personale per Terre Moretti Vino, hanno confermato quanto la formazione rappresenti un fattore estremamente prezioso da un lato per la crescita aziendale e dall’altro per le competenze del lavoratore.

Da sinistra: Andrea Casadei e Rito Rauggi

«Ritengo che formare i nostri dipendenti con continuità sia una necessità creata dal mercato stesso – ha evidenziato Casadei – e mi stupisce il fatto che nella maggior parte dei casi siano le aziende stesse a rappresentare un freno in questo senso». «Confermo che i lavoratori che acquisiscono nuove conoscenze si sentono maggiormente coinvolti e riconosciuti – ha aggiunto Rauggi – contribuendo a creare un ambiente aziendale positivo e proattivo, un valore immateriale forse impossibile da quantificare ma di importanza centrale».

La necessità di rispondere alle sfide attuali

Il workshop si è concluso con gli interventi di Romano Magrini, Vicepresidente Foragri e responsabile relazioni sindacali Coldiretti e di Claudio Paitowsky, presidente di Confederdia: «è essenziale costruire una rinnovata cultura della formazione agroalimentare – hanno evidenziato a più riprese i due – per aiutare imprese e lavoratori a rispondere efficacemente alle sfide in atto». Dagli interventi è emerso inoltre come il ruolo delle organizzazioni sindacali sia fondamentale nell’aumentare la conoscenza dei fondi interprofessionali per la formazione continua come Foragri.

Da sinistra: Romano Magrini, Claudio Paitowsky e Vincenzo Conso.

«Il vero motore di ciò che ci siamo detti oggi sono le Persone che si impegnano con noi a promuovere questa cultura della formazione finanziata in Italia – ha concluso Conso – creando le condizioni affinché ogni azienda agricola, grande o piccola che sia, possa accedere a percorsi di formazione efficaci, anche grazie al sostegno dei fondi interprofessionali».

Lorenzo Andreotti