L’Europarlamento ha approvato una risoluzione non vincolante sul piano Ue contro il cancro in cui chiede che le politiche di prevenzione siano basate sul concetto che «non esiste un livello sicuro di consumo di alcol».
Nei giorni scorsi le associazioni europee e nazionali dei produttori di vino avevano chiesto di modificare l’impostazione della relazione, visto che «non ci sono dati scientifici a sostegno della tesi che un consumo moderato di vino durante i pasti, come accade nella dieta mediterranea, possa aumentare i rischi di cancro» ha scritto in una nota la Ceev, la Confederazione europea del settore vino.
In tema di alcolici, la risoluzione dell’Europarlamento va oltre il piano contro il cancro della Commissione europea, che per combattere l’abuso di alcol (non il consumo tout court) proporrà misure su etichettatura e tassazione degli alcolici attese nel 2022.
Nuove etichette con calorie e nutrienti (in digitale) sono previste, e sono avallate dai produttori, anche dalla riforma della Politica agricola comune.
Tra gli altri emendamenti approvati dalla commissione parlamentare anche uno che indica la dieta mediterranea come «sana, equilibrata, che svolge un ruolo protettivo nella prevenzione primaria e secondaria delle principali malattie cronico-degenerative».
Una contraddizione messa in evidenza anche da Coldiretti, secondo cui l’ostracismo a vino e birra è « un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla dieta mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche – ricorda la Coldiretti – sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti».