La sfogliatura o defogliazione della vite consiste nell’eliminazione di 5-6 foglie basali, adiacenti ai grappoli, intervenendo da fine maggio a inizio giugno o meglio appena dopo la fase di fine allegagione, per rimandare o ripetere l’operazione, eventualmente, dopo l’invaiatura, a poche settimane dalla vendemmia.
Con l’intervento precoce si mira a ripulire i grappolini dai residui fiorali, quale possibile substrato per lo sviluppo della botrite, a favorire una certa cascola dei frutticini ottenendo grappoli meno compatti e, non da ultimo, ad arieggiare i grappoli, favorendo la prevenzione da malattie e infestazioni (oidio, peronospora, botrite, cocciniglie) e una maggiore efficacia per i prodotti antiparassitari.
In altre parole, con la sfogliatura si elimina una quota di superficie fitosintetizzante, ben sapendo che le foglie più vecchie, dopo i 90- 100 giorni dalla loro formazione, hanno perso gran parte della loro funzionalità.
Epoche d’intervento
La defogliazione precoce, cioè quella effettuata poco prima della fioritura o meglio appena dopo l’allegagione, anche per ragioni legate alla più facile meccanizzazione, consente di ottenere grappoli di dimensioni più contenute e più spargoli, quindi meno predisposti alle malattie, ai marciumi in particolare, e con un maggiore accumulo di polifenoli nella buccia.
Soprattutto nelle zone più esposte, dove il rischio di scottature solari è sempre più forte, particolarmente con alcuni vitigni (ad esempio Corvina veronese e per buona parte dei vitigni a bacca bianca), la defogliazione precoce viene limitata al lato meno soleggiato del filare, cioè verso Nord o verso Est.
La defogliazione tardiva, effettuata dopo l’invaiatura, o meglio all’avvicinarsi della vendemmia, ha lo scopo principale di assicurare l’arieggiamento e la sanità del grappolo durante la fase finale della maturazione.
Con le uve a buccia sottile (ad esempio Pinot grigio) e in zone con alta insolazione, la repentina esposizione dei grappoli al sole può causare scottature e danneggiamenti degli acini anche in agosto.
In anni recenti, un grande contributo alla sanità e alla qualità della produzione con la defogliazione tardiva si riscontrò nel 2014, allorquando a seguito dell’estate estremamente piovosa al Nord, furono fondamentali le defogliazioni attorno ai grappoli per garantirne una sanità accettabile al momento della vendemmia.
Infine, una forma di sfogliatura tardiva riguarda le foglie distali lungo il tralcio, cioè le più giovani, consentendo di rallentare l’accumulo di zuccheri nei grappoli, per ottenere vini meno alcolici: un rischio oggi diffuso con le varietà piu zuccherine, anche a seguito del cambiamento climatico che è in atto.
Di regola, come detto, per contenere i rischi da scottature, la defogliazione precoce va effettuata solo sul lato del filare meno esposto al sole, ovvero sul lato verso Est oppure verso Nord. Ma non mancano esperienze anche pluriennali, soprattutto con varietà internazionali a bacca rossa, ove la defogliazione precoce interessa l’intera fascia produttiva e, grazie anche a una parziale ricopertura dei grappoli con le foglie delle femminelle, i rischi di scottature sono molto limitati.
Sembra invece tramontata, anche per conseguenze negative sulla qualità del vino, la tecnica di sfogliatura dell’intera fascia dei grappoli su varietà autoctone, diffusa soprattutto in Salento e che interessava varietà quali Negro Amaro e Primitivo.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 3/2019
La defogliazione per la qualità e la sanità dell’uva
Di E. Corazzina
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