Le recenti intense piogge e l’assenza di giornate continue di sole hanno provocato serie criticità alle colture primaverili in Pianura Padana: in condizioni normali in Lombardia e Veneto le semine del mais di primo raccolto iniziano già nell’ultima decade di marzo e sono molte le aziende che, a causa del maltempo praticamente ininterrotto, non hanno ancora seminato a causa dell’impossibilità di poter lavorare un terreno che necessita di sole continuo per asciugarsi, problema questo che coinvolge anche la soia.
Moria per il mais e problemi con i fieni
Se chi ha seminato il mais in epoca precoce e su terreni sciolti e drenanti non sembra ad oggi aver problemi, chi è riuscito a seminare tardivamente ha dovuto fare i conti con terreni sommersi dall’acqua per più giorni: molti agricoltori stanno segnalando moria delle piantine di mais causate dai funghi Pythium ed Helmintosporium, che trovano le condizioni favorevoli per il proprio sviluppo con terreni scarsamente drenati, molto compatti, freddi e umidi.
Le difficoltà non riguardano solo mais e soia ma anche il primo raccolto di foraggere e prati stabili per la produzione di fieno e insilati, con una contestuale assenza di prodotto per gli allevamenti che porterà gli allevatori a dover ripensare il programma di alimentazione degli animali.
Semine a metà giugno
Semine a metà giugno si configurano, in sostanza, come semine di secondo raccolto, che necessitano comunque di una serie di accorgimenti per raggiungere delle rese soddisfacenti. Per la soia, ad esempio, sul lato della tecnica colturale il tempo tra la raccolta della coltura precedente e la semina della soia deve essere il più breve possibile, inoltre, in presenza di elevata umidità del terreno, è consigliabile ridurre al minimo il calpestamento del suolo.
Tra gli altri aspetti importanti da tenere in considerazione vi è la scelta della densità di semina, che deve essere valutata in base alla varietà, all’epoca di semina, all’interfila e al tipo di seminatrice impiegata. Non da ultimo, la gestione dell’irrigazione deve essere ottimizzata per poter sostenere le piante nei momenti più critici del ciclo.