Le semine primaverili sono alle porte e per sondare gli orientamenti degli imprenditori agricoli nella definizione del piano per le colture primaverili, L’Informatore Agrario ha condotto una ricerca rivolta a un panel di oltre 10.000 operatori.
Il programma colturale primaverile viene sempre condizionato, in maniera più o meno rilevante, dalle scelte fatte in autunno. Nel caso attuale, la preferenza data a grano tenero e orzo nell’areale Nord riduce, inevitabilmente, la superficie disponibile ora per le nuove semine, per cui una riduzione complessiva è quasi ovvia. Premesso ciò, le interviste hanno fatto emergere orientamenti molto marcati sulle singole colture (grafico 4).
Si preannuncia un netto e sostanzioso calo del mais, poiché il 37% degli intervistati coinvolti in questa coltura esprime la volontà di ridurlo o addirittura di non coltivarlo, mentre per la soia si intravede una riduzione limitata.
Sentimento opposto anima il girasole, visto al rialzo addirittura dal 55% degli interessati, quasi per la metà per effetto di nuove introduzioni nel piano di semina. Tendenza positiva anche per le foraggere, pur legate alla filiera e quindi normalmente soggette a variazioni contenute rispetto alle colture mercantili.
Nelle colture specialistiche emergono orientamenti decisamente rialzisti per barbabietola da zucchero e patata; non altrettanto per il pomodoro, per il quale si prospetterebbe un andamento debolmente negativo.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 8/2023
Semine 2023: il mais paga l’incertezza climatica
di S. Cittar
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