Rinnovato a l’accordo “Grano duro alta qualità”, una filiera tutta emiliano-romagnola per la pasta Barilla. Più qualità, attenzione all’ambiente e redditività per le imprese sono i punti chiave dell’accordo triennale di filiera per il grano duro tra il Gruppo Barilla e la Società Produttori Sementi (PSB) e le principali organizzazioni di produttori cerealicoli della regione: Op Grandi colture italiane, Op Cereali, Consorzio agrario Terrepadane, Consorzi Agrari d’Italia e Consorzio agrario di Parma.
Firmato il 25 gennaio a Bologna nella sede della Regione – presenti l’assessore regionale all’Agricoltura e Agroalimentare Alessio Mammi, Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla e i rappresentanti delle Organizzazioni dei produttori e Consorzi agrari regionali e dell’industria sementiera – il rinnovo dell’intesa vale a partire dalla campagna di produzione cerealicola 2023 e riguarda la fornitura di grano duro di alta qualità dell’Emilia-Romagna alla Barilla per oltre 120.000 t all’anno, che saranno prodotte in una superficie agricola di oltre 20.000 ha, pari a circa un terzo della produzione regionale. Grazie agli investimenti sulle filiere come questo Barilla è oggi in grado di offrire in Italia una pasta prodotta con grano 100% italiano.
“Un accordo di estrema attualità– ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi oggi nel corso della presentazione alla stampa- in un momento caratterizzato da difficili congiunture: le tensioni sui mercati dei cereali aggravate dal conflitto russo-ucraino e gli aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche, oltre che dei fertilizzanti, che hanno fatto salire le quotazioni come non si vedeva dalla precedente crisi dei prezzi del 2007-2008”.
Molteplici i vantaggi per i soggetti coinvolti: Barilla potrà contare su una varietà di grano appositamente selezionata e su un bacino produttivo vicino agli stabilimenti emiliano-romagnoli.
Ai consumatori verrà garantito un prodotto finale di elevata qualità e coltivato con tecniche rispettose dell’ambiente.
Gli agricoltori, infine, hanno la conferma di uno sbocco di mercato sicuro, con un prezzo di vendita concordato e premi per la qualità del prodotto fornito.
I vantaggi per gli agricoltori
La durata triennale dell’accordo consente inoltre agli agricoltori di accedere ai contributi previsti dal ministero dell’Agricoltura sul “Fondo grano duro”, istituito allo scopo di rafforzare la filiera grano-pasta nazionale. Le risorse a disposizione per il 2023 ammontano a 14 milioni di euro.
I prezzi individuati dall’intesa seguono due modalità: il prezzo garantito (prefissato) e il prezzo di mercato determinato per una quota dal listino della Borsa merci di Bologna, legate alla qualità raggiunta in termini di contenuto proteico del prodotto. Sono poi previste specifiche premialità basate su diversi fattori: l’adesione al disciplinare di produzione e le pratiche colturali sostenibili, le operazioni di pulizia, la durata e le modalità di stoccaggio, la programmazione delle consegne e l’utilizzo dell’applicativo (granoduro.net) per supportare i coltivatori nella scelta delle tecniche colturali più adatte e sostenibili in base al terreno e alla varietà coltivata, garantendone sostenibilità e tracciabilità.