Dopo un paio di anni di stop forzato a causa della pandemia, lo scorso 5 maggio il Comitato Tecnico Commerciale organizzato da ANB Coop è tornato a riunirsi, e lo ha fatto in un momento storico cruciale per valutare lo scenario commerciale di cereali e proteoleaginose.
Massimo Masetti, direttore area cereali e mangimi del Consorzio Agrario di Ravenna e coordinatore del comitato, ha aperto l’incontro facendo il punto su situazione frumento tenero e duro negli areali romagnoli: «i frumenti teneri, ad eccezione di alcune varietà già in spigatura, sono generalmente più indietro rispetto alle varietà di duro, ma le piogge di fine marzo e dell’ultima decade di aprile hanno rimesso in forza le piante, uscite da un inverno molto siccitoso. I frumenti seminati verso metà novembre, sia teneri sia duri, sono rimasti di bassa taglia e scarsamente accestiti, mentre quelli seminati prima sono in condizioni ottimali. Sul fronte sanitario la situazione è molto buona – evidenzia Masetti – ma dopo le piogge di fine aprile si raccomanda il trattamento conto fusariosi, septoria, oidio e ruggini».
Per quanto riguarda le stime sulle superfici Masetti ha riportato che il grano duro nel 2022 ammonterebbe a circa 1,3 milioni di ettari, in aumento di circa lo 0,12% rispetto allo scorso anno: «ma va segnalato il calo del 2,3% al Sud. Il tenero lo stimiamo complessivamente in leggero aumento rispetto al 2021 con circa 500.064 ettari, aumento trainato soprattutto dalle semine al nord perché al centro sud riteniamo ci sia un calo tra il 4 e il 5% di superfici investite». Per le superfici a mais le previsioni del Consorzio Agrario di Ravenna evidenziano – a differenza delle previsioni Istat di un calo del 5%– una sostanziale stabilità rispetto al 2021: «stimiamo circa 585.000 ettari a granella; lo 0,6 in meno rispetto alla scorsa campagna. Il vero boom lo prevediamo per la soia, con un 10% in più (313.400 ha) e per il girasole (+5%, circa 123.300 ha)».
Il Comitato – che ha visto gli interventi di Mario Petrelli, della Coop Valle del Chienti; Giulio Usai, responsabile economico di Assalzoo; Emilio Ferrari, presidente Italmopa ed Enrico Zavaglia, Trading Manager di Cereal Docks – ha fatto il punto anche sulle implicazioni future della delicata situazione geopolitica, che vede il permanere di un’elevata volatilità delle quotazioni a livello internazionale e soprattutto della loro imprevedibilità: c’è infatti il rischio concreto di forti sconvolgimenti di mercato, in particolare per quello del grano duro, in caso di criticità climatiche nei prossimi mesi.
A questo si aggiunge l’aumento dei costi che sta avendo delle ricadute serie a valle della filiera: l’industria molitoria deve fare i conti con aumenti del 400% per l’energia elettrica, con ovvie ricadute sul fatturato. Il margine di guadagno per un molino di grandi dimensioni è ormai al limite della redditività, tra il 2,8% nel caso del grano tenero e l’1,7% per il grano duro.
«Riunioni di taglio “tecnico” come quella di oggi, che vedono gli interventi di rappresentanti a monte e a valle delle filiere cerealicole e proteoleaginose, sono oggi più importanti che mai – ha concluso il presidente di ANB Coop Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi. Gli avvenimenti di questi ultimi mesi hanno rivoluzionato il mondo delle commodity: il notevole aumento delle quotazioni delle granaglie, che fa sicuramente piacere ai produttori agricoli, si contrappone ad un altrettanto notevole incremento nei costi per coltivarle. Inoltre, le ricadute a valle, soprattutto per le filiere zootecniche, sono preoccupanti e vanno viste in ottica di lungo periodo». Per Bonaldi il tempo delle contrapposizioni interne tra produzione ed industria di trasformazione è finito: «siamo ad una svolta epocale, è fondamentale che la filiera nazionale dei seminativi trovi un punto di incontro per organizzarsi a fronte del cambiamento, inesorabile, a cui stiamo assistendo».
Lorenzo Andreotti