Dopo il raccolto disastroso del 2022, non era difficile aspettarsi un netto miglioramento delle produzioni di mais nel 2023.
La disponibilità idrica, a differenza dello scorso anno, è stata garantita dalle piogge abbondanti dalla fase di post-emergenza fino all’estate inoltrata, quando comunque c’era acqua sufficiente per poter irrigare le colture nelle fasi finali.
L’andamento meteo positivo è stato in parte funestato dalle forti grandinate estive, che soprattutto negli areali della Lombardia orientale hanno compromesso in buona parte la formazione della granella, e pertanto molti campi sono stati trinciati prima del tempo per salvare il salvabile.
Bene rese e qualità
In termini generali, a livello nazionale la superficie seminata a mais in primavera è risultata in calo rispetto all’anno precedente (−10%), ma le rese produttive sono state nettamente superiori (da 8,4 a 10,3 t/ha), permettendo alla produzione di superare ampiamente i 5,2 milioni di tonnellate, contro i 4,7 milioni del 2022 (produzione nazionale +10,6%).
A guidare la ripresa produttiva è stato soprattutto il Nord-Est (produzione +17,4%), che nel 2022 aveva fatto segnalare, in termini produttivi, un record negativo di 7,5 t/ha di resa media. La classifica ideale delle regioni maggiormente rappresentative vede in testa il Piemonte (+5,2%), seguito a strettissimo giro dalla Lombardia (+10,1%) e dal Veneto (+15%).
Anche la qualità sanitaria è più soddisfacente. Praticamente oltre il 90% del prodotto risulta conforme (<20 ppb di aflatossine), mentre per la merce destinata alle vacche da latte (>5 ppb) è necessario prestare molta attenzione, perché la diffusione delle tossine è puntiforme, e pertanto va analizzato ogni singolo carico di mais in uscita.
Il nodo dei prezzi bassi
Per quanto riguarda l’aspetto economico, è vero che le aziende hanno sostenuto spese inferiori rispetto al 2022, ma i prezzi di partenza per il nuovo raccolto sono nettamente più bassi rispetto alla media della passata campagna. Nelle ultime settimane si è assistito a una serie di lievi rialzi: attualmente i prezzi sono rispettivamente di 227 e 232 euro/t, ossia 10 euro/t in più rispetto a un mese fa. I rialzi del mais riguardano un po’ tutte le materie prime a uso zootecnico, settore che dopo anni di crisi sta timidamente riprendendo quota.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 40/2023
Mais 2023: quantità e qualità ok, ma i prezzi scendono
di H. Lavorano
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