Le basse temperature e le forti piogge di maggio, unite alla difficoltà nel contenimento della diffusione della piralide, hanno determinato nel mais 2019 un’elevata presenza di fumonisine, micotossine correlate all’attacco del fungo Fusarium verticillioides.
I dati del monitoraggio della Rete qualità mais, coordinata dal Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo, evidenzia infatti che l’81% dei campioni di mais provenienti dai centri di essiccazione e stoccaggio della campagna maidicola 2019 ha mostrato un contenuto in FBs superiore ai 4.000 μg/kg (grafico 1), valore limite per l’utilizzo della granella di mais a uso alimentare diretto (regolamento CE, 2007).
L’annata è stata decisamente più positiva per quanto concerne la presenza delle altre micotossine: solo il 9% dei campioni analizzati risulta avere un livello di Aflatossina B1 superiore ai 20 μg/kg (valore limite per la granella di mais destinata a materia prima nei mangimi -regolamento CE, 2011), mentre tutti i campioni di granella analizzati hanno valori di DON e ZEA inferiori, rispettivamente, a 8.000 μg/kg e 2.000 μg/kg, valori di riferimento per il mais destinato a materia prima per mangimi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 6/2020
2019: anno delle fumonisine per il mais italiano
di S. Locatelli, S. Mascheroni, C. Lanzanova, G. Mazzinelli, N. Pecchioni
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