La Commissione europea è intenzionata a innalzare i limiti di Triciclazolo consentito nel riso importato dai Paesi extra-UE. Un primo passo in tal senso è stato fatto a fine gennaio scorso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha confermato la proposta di portare il limite massimo residuo consentito del fungicida dagli attuali 0,01 mg/kg a 0,09 mg/kg.
L’innalzamento proposto dall’Efsa rappresenta una minaccia per la filiera interna e per la competitività delle sue imprese per le quali, bisogna ricordarlo, l’uso del Triciclazolo è vietato fin dal 2016. Per questo motivo Agrinsieme chiede al Governo di intervenire sui contenuti del provvedimento comunitario in via di definizione.
Anche Coldiretti ha preso posizione contro un cambiamento delle regole: «l’ammissione di una quantità permessa nel riso importato è anche apertamente in contrasto con il principio di reciprocità che impone ai prodotti derivanti da Paesi terzi gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali previsti per i prodotti UE. Un principio che – secondo Coldiretti e Filiera Italia – dovrebbe caratterizzare ogni atto normativo della Commissione, a partire dai trattati commerciali internazionali».
La fissazione del nuovo limite, una istanza avanzata dalla multinazionale che produce tale principio, non è automatica, ma – spiegano Coldiretti e Filiera Italia – dipende da una procedura legislativa della Commissione europea, che potrà decidere se introdurre, dopo il voto favorevole degli Stati membri, il nuovo limite proposto. In alternativa, la Commissione potrebbe decidere di ignorare la valutazione dell’Efsa sui livelli di Triciclazolo.