La ministra dell’ambiente del Governo tedesco, Steffi Lemke (Verdi), ha presentato un progetto di legge che prevede il graduale abbandono entro il 2030 dei biocarburanti prodotti da piante utilizzate per l’alimentazione umana e animale.
La bozza del ministro prevede che progressivamente i biocarburanti prodotti da cereali e piante oleaginose non vengano più conteggiati ai fini degli obblighi che l’industria petrolifera deve
rispettare per ridurre le emissioni di CO2. Lo Stato, quindi, non dovrebbe più fornire incentivi economici per la produzione di agrocarburanti. Attualmente, il limite massimo per la miscelazione di biocarburanti prodotti da piante quali colza, mais, frumento o soia è pari al 4,4%. Secondo il progetto di legge, il prossimo anno tale quota dovrebbe essere ridotta di quasi la metà (al 2,3%), per poi essere gradualmente azzerata entro il 2030.
In questo modo Lemke punta ad aumentare la disponibilità di cibo, ridurre la pressione sui prezzi dei prodotti alimentari, nonché ridurre l’impatto sull’ambiente della coltivazione di colture energetiche. «Soprattutto in tempi come questi, caratterizzati da crisi multiple – quali l’estinzione delle specie, la crisi climatica e la crisi alimentare – le piante devono finire nel piatto, non nel serbatoio» ha sottolineato la ministra.
L’iniziativa della responsabile dell’ambiente potrebbe portare a ulteriori tensioni nella coalizione di governo, soprattutto con il ministro dei trasporti Volker Wissing, anche perché la bozza contiene sostanzialmente i punti essenziali già presentati da Lemke nel maggio 2022 e allora bocciati da Wissing per il fatto di pregiudicare gli obiettivi climatici del governo.
«Abbassare il limite massimo per i biocarburanti porterebbe a un significativo aumento delle emissioni di gas serra nei trasporti, il che andrebbe a confliggere con la comune volontà del governo di raggiungere gli obiettivi di protezione del clima├ ha affermato un portavoce del Ministero dei trasporti, che ha aggiunto: «Il Ministero dell’ambiente non ha presentato finora alcuna proposta su come poter compensare queste emissioni aggiuntive».