Ci troviamo ormai a metà della campagna di commercializzazione 2024-2025 per frumento duro, frumento tenero e orzo, ed è ora di fare un primo bilancio e, se possibile, qualche previsione sulla prima metà del 2025.
Quotazioni bloccate per il grano duro
A fine giugno la campagna si era avviata con la speranza di prezzi elevati anche nel medio periodo, sostenuta da un raccolto nazionale (e più in generale europeo) inferiore alle aspettative.
A inizio luglio sono stati rilevati dall’Ager di Bologna i prezzi per il Centro-Nord, con il «Fino Centro» che ha esordito a 333,50 euro/t. Già nella seconda settimana di luglio è arrivata la doccia fredda, con ribassi da 16 euro/t (Foggia) a 10 euro/t (Bologna).
Da quel momento in poi, salvo alcuni leggeri ritocchi al ribasso nella seconda metà di luglio rilevati a Foggia, i prezzi sono rimasti pressoché invariati fino a inizio ottobre, quando il frumento duro ha beneficiato di qualche rialzo (grafico 1).
Tra le ragioni di questa stasi il fatto che da diversi anni il consumo italiano di pasta alimentare è in calo (da 26 kg a 22 kg pro-capite negli ultimi 10 anni) e anche se i pastifici hanno ampiamente compensato la riduzione del mercato con l’export, ciò non premia né la materia prima nazionale, né tanto meno il sostegno ai prezzi derivante dai contratti di filiera e dalla pasta «100% made in Italy».
Bene il tenero di forza
Più dinamica invece la situazione per il frumento tenero nazionale. Una prima considerazione riguarda la qualità soprattutto dei panificabili «di base», che a nord del Po si è rivelata scadente a causa delle forti piogge in giugno, mentre i grani «di forza» hanno retto meglio l’andamento meteo negativo.
Il frumento «di forza» ha esordito a metà luglio a 300 euro/t partenza Emilia-Romagna, per poi aumentare fino a 311 euro/t. Si tratta di prezzi molto interessanti per i produttori, che hanno potuto approfittare della qualità bassa dell’equivalente prodotto francese e centro-europeo.
La sorpresa dell’orzo
La vera sorpresa di questa campagna è stata senza dubbio l’orzo.
Il prezzo dell’orzo nazionale «pesante» (peso specifico >64 kg/hL) ha esordito a Bologna a fine giugno a 195 euro/t.
Dopo una serie di lievi aumenti, a fine settembre valeva 209 euro/t, salvo poi spiccare letteralmente il volo nelle settimane successive, fino alla quotazione di 240 euro/t al 9 dicembre 2024. La principale ragione di questa performance eccezionale è senza dubbio la situazione problematica del mais sia dal punto di vista quantitativo, sia soprattutto per le problematiche sanitarie della granella.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2024
Il mercato «boccia» il grano duro 2024
di H. Lavorano
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