Grano tenero: un terzo della produzione 2024 è foraggero

«Il nuovo raccolto nazionale di grano tenero presenta, sotto il profilo qualitativo, alcune severe criticità rispetto alle esigenze dell’industria molitoria, riconducibili agli andamenti climatici sfavorevoli».
La considerazione fatta da Italmopa a fine luglio è senz’altro corretta: soprattutto le varietà panificabili hanno subìto un drastico abbassamento del peso specifico (media attorno a 72-73 kg/hL), oltre a diffuse problematiche sanitarie dovute alla presenza di micotossine, mentre le varietà «di forza» si sono difese meglio per la maggiore tardività del ciclo di maturazione.

Produzione 2024 tutto sommato in linea

Diverso è il discorso per quanto riguarda i quantitativi. L’Istat ha pubblicato a fine agosto i dati consuntivi del raccolto e il pericolo di scendere sotto le 3 milioni di tonnellate sembra scampato.
A fronte di un calo delle semine nello scorso autunno del 4,4% rispetto all’anno precedente, la produzione si è attestata su valori pressoché identici al 2023.
Questo perché il calo dell’11% rilevato nel Nord-Ovest è stato compensato dall’incremento del 4,2% nel Nord-Est, da ascriversi quasi completamente alle rese eccezionali ottenute in Emilia-Romagna (a eccezione delle province di Parma e Piacenza) e dal +3,1% in Italia centrale (tabella 1).


Il problema vero è che probabilmente più di 1 milione di tonnellate di frumento tenero raccolto in Piemonte, Lombardia e Veneto non ha caratteristiche molitorie sufficienti, e che pertanto dovrà essere dirottato verso i consumi zootecnici, andando così a compensare in parte la scarsità di orzo e di granella di mais.

Quotazioni sostanzialmente stabili

A fronte di un raccolto nazionale problematico, la reazione delle borse merci è stata la sostanziale stabilità delle quotazioni. Dopo una partenza a prezzi analoghi alla chiusura della scorsa campagna, i listini di Bologna e Milano hanno trovato il loro equilibrio, per lo meno per quanto riguarda i frumenti per alimentazione umana, con quotazioni di 225-230 euro/t per i panificabili, e di poco superiori a 300 euro/t per i frumenti di forza.
Per quanto riguarda i frumenti per uso foraggero, le quotazioni a inizio luglio erano partite a livelli decisamente bassi (foraggero Milano 180 euro/t circa), salvo aumentare a fine agosto di 11 euro/t (il prezzo medio attuale è di 193,50 euro/t). Come si diceva, l’orzo nazionale disponibile è poco e il raccolto di mais in granella si preannuncia piuttosto scarso, motivo per cui a questi prezzi i mangimisti acquistano volentieri del frumento.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 28/2024
Prezzi stabili per il tenero nonostante l’annata
di H. Lavorano
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