Il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo della pasta che nel mese di marzo ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente.
«Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo, a un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione» fa notare Coldiretti.
Sul tema è intervenuto anche il, ministro Francesco Lollobrigida: «Il prezzo del grano vede ciclicità che gravano periodicamente sul comparto ma dobbiamo verificare se la caduta sia oggetto di speculazione, perché questa è la prima cosa da contrastare» ha detto il ministro.
«Al fine di meglio rispondere ai fabbisogni interni – ha precisato Lollobrigida – stiamo elaborando ulteriori iniziative volte ad aggregare l’offerta, a migliorare la qualità del prodotto destinato allo stoccaggio, a valorizzare le caratteristiche della materia prima prodotta in Italia».
In questo contesto, «oltre all’esame dei dati forniti da Ismea, è stato affrontato il problema della ricostituzione della Commissione sperimentale nazionale per il grano duro, il cui progetto si è concluso alla fine del 2022. Il nostro intento è riattivare quanto prima la Commissione, non escludendo di procedere alla costituzione di una Commissione Unica Nazionale, per rafforzare il dialogo tra gli attori della filiera e per la formazione di un prezzo condiviso a livello nazionale».