Le rese di grano duro della campagna appena conclusa, soprattutto per il Centro Nord, hanno decisamente risentito dei fattori climatici. Prima la siccità del periodo febbraio-aprile che ha inibito in parte, per lo meno al Centro Nord, l’accestimento delle piante, poi le piogge incessanti di maggio hanno causato ulteriori problemi soprattutto di natura fitosanitaria, che poi si sono riflessi negativamente anche sulla produzione.
Mentre al Sud si sono confermati i livelli produttivi medi dell’annata precedente, al Centro-Nord c’è stato un vero e proprio crollo. Soprattutto in Pianura Padana, pochissime aziende hanno potuto raccogliere più di 6 t/ha (al confronto le rese medie del frumento tenero hanno superato quasi ovunque 7 t/ha), per cui dobbiamo considerare una media di circa 5 t/ha in Lombardia e Piemonte, e poco più (5,2 t) in Emilia Romagna e Veneto.
Tirando le somme (in attesa di rilevazioni ufficiali da parte dell’Istat), la produzione nazionale di frumento nel 2019 ammonta secondo le nostre stima a circa 4,15 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda invece la qualità del raccolto possiamo, in assenza dei rilevamenti pubblicati sino a qualche anno fa dal Crea, solo fare alcune considerazioni basata su un’indagine informale effettuata pressi gli operatori nelle diverse regioni italiane.
Proteine
Livelli alti o medio alti al Nord e nelle Marche, mentre al Sud si è tornati alla normalità (11-12%) degli anni pre-2017.
Peso specifico
Pesi molto buoni al Sud e in Toscana e Lazio, mentre al Nord la pioggia di maggio e la successiva stretta di caldo di inizio giugno hanno causato molti chicchi striminziti;
qualità generale della granella: anche in questo caso la vitrosità è molto alta al Sud e sulla fascia tirrenica, mentre purtroppo al Nord è molto elevata la percentuale di chicchi volpati (mediamente sopra al 12% con punte fino al 30%), che come noto hanno effetti devastanti sulla qualità della semola a causa delle punte nere, e di chicchi fusariati (in parte eliminati già durante la trebbiatura);
Micotossine
Tutto sommato sembrerebbe che il livello medio di contaminazione da DON (deossivalenolo) sia inferiore rispetto agli anni passati. In merito al fusarium e alle sue conseguenze sulla contaminazione da micotossine, c’è da rilevare come le piogge di maggio abbiano in molti casi reso impossibile effettuare al momento giusto il trattamento fungicida.
Anche i trattamenti effettuati a fine aprile con prodotti “tradizionali” hanno avuto purtroppo un’efficacia molto limitata. In tutti i modi, il prodotto con DON superiore ai limiti di legge non dovrebbe superare, in pianura padana, il 10-15% della produzione, mentre in Italia centrale i livelli di contaminazione sono del tutto accettabili.
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 34/2019
Il raccolto 2019 del grano duro divide l’Italia in due
Di H. Lavorano
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Nello Speciale Grano duro su L’Informatore Agrario n. 34/2019 tutti i risultati della 46ª sperimentazione nazionale condotta su 38 varietà di grano duro in 31 località italiane:
• 4 in Sicilia
• 3 in Sardegna
• 7 al Sud peninsulare
• 11 al Centro
• 6 al Nord