Fumonisine nei mangimi: l’UE vuole ridurre i limiti

La Direzione generale della Commissione sulla salute e la sicurezza alimentare (DG Sante) ha diffuso una bozza sulla presenza di tossine DON (deossinivalenolo), ZEA (zearalenone), OTA (ocratossina A), T2&HT2 e FUMs (fumonisine) nei mangimi, per stabilire valori guida più rigorosi rispetto alla Raccomandazione 2006/576/CE in vigore.
Tutto avviene in un contesto di cambiamento climatico che incrementando gli stress aumenta il rischio di proliferazione delle muffe tossigene.
I nuovi limiti proposti dalla DG Sante, rispetto ai tenori massimi in vigore attualmente secondo la Raccomandazione 2006/576/CE, prevedono riduzioni significative in particolare riguardo le fumonisine (FUMs):

  • materie prime per mangimi: da 60 a 10 ppm;
  • mangimi completi per suini: da 5 a 1 ppm;
  • mangimi completi avicoli: da 20 a 2 ppm;
  • mangimi completi bovini: da 50 a 10 ppm.

Il 10 gennaio 2025 il Gruppo di Lavoro Micotossine (GLM) ha partecipato al Forum organizzato dal presidente del Comitato contaminanti, Frans Verstraete, per raccogliere le posizioni degli stakeholder dei diversi Paesi europei sui nuovi limiti proposti. In primo luogo, rimarcando il fatto che per le tossine in esame non sono conosciuti rischi per la salute umana in assenza di carry over (passaggio delle tossine ingerite nei prodotti zootecnici finiti), nella relazione presentata dal Glm è stato ricordato che a livello tossicologico l’esposizione degli animali a determinate concentrazioni della tossina nei loro mangimi possa rivelare lievi alterazioni di alcuni parametri ematici o enzimatici metabolici senza però subire significativi riflessi (qualitativi, quantitativi e sanitari) sulla produzione.
Come sottolineato dall’EFSA, mancano dati sperimentali sugli effetti tossici delle fumonisine nei ruminanti e sono necessarie ulteriori ricerche per una valutazione completa del rischio È stata inoltre posta in evidenza la distanza tra i livelli di concentrazione proposti da FDA negli USA e quelli della bozza, con differenze nel caso dei mangimi per polli e ovaiole anche di 25 volte. Nella presentazione è stata, in particolare, posta l’attenzione sulla contaminazione da fumonisine nella granella di mais in Italia.

Limiti troppo altri per il mais nazionale

Nel ricordare l’importanza del mais a livello nazionale, si è sottolineato che la proposta di ridurre dell’83% i limiti di fumonisine per il mais è particolarmente severa con un impatto sostanziale sulla coltura e sulle filiere zootecniche ad essa associate. Dai dati del monitoraggio della Rete Qualità Mais del CREA dal 2011 al 2024 si evidenzia che tutti i campioni risultano contaminati da fumonisine, ma nessuno supera il limite attuale di 60 ppm.
In Italia, se si applicasse il limite proposto di 10 ppm, il 12,4% della produzione supererebbe questa soglia, equivalente a circa 850.000 t di mais; queste sarebbero escluse annualmente dal mercato dei mangimi, con una perdita di 186 milioni di euro/anno.
Se i dati vengono analizzati considerando le 5 macroaree geografiche, in anni critici, come il 2012, il 2013 e il 2019, si rivela che tra il 35 e il 50% del mais nelle aree più colpite supererebbe il limite proposto di 10 ppm.
Ciò potrebbe escludere da 500.000 a 1 milione di tonnellate di mais dal mercato dei mangimi per il bestiame all’anno per l’area specifica.

Mancano i metodi per il controllo agronomico

È stato inoltre evidenziato che, allo stato attuale, mancano metodi agronomici di controllo efficienti, le tecniche di decontaminazione post-raccolta sono costose e non universalmente accessibili.
Alla luce di questi dati risulta evidente che un’ulteriore riduzione dei limiti per fumonisine non sia attualmente sostenibile sia dal punto di vista tecnico che del mercato.
Pertanto, consapevoli che, in futuro, si debba ridurre il contenuto di contaminanti per un continuo miglioramento della qualità sanitaria dei prodotti, è stato richiesto di rivalutare la soglia delle fumonisine per il mais, di riconoscere il rischio trascurabile rappresentato dalle fumonisine per ruminanti e polli e di realizzare un’analisi in tutti i Paesi dell’UE sull’impatto dei limiti proposti nel progetto sulle filiere zootecniche prima di applicare nuovi limiti.
È stato avviato un dialogo con le istituzioni italiane preposte al fine di individuare un’adeguata proposta da sottoporre alla Comunità europea, garantendo un approccio condiviso, conforme alle normative e volto alla tutela del mais italiano, nonché alla salvaguardia della salute umana e animale.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 6/2025
Micotossine nei mangimi: tenori massimi al vaglio UE
a cura del GLM (Gruppo di Lavoro Micotossine)
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