Per fortuna tra fine aprile e inizio maggio è piovuto in diverse zone del Centro Nord: i frumenti in campo hanno sofferto di un periodo molto prolungato di siccità e si cominciavano a temere danni non recuperabili alle piante.
D’altro canto, le malattie fungine «classiche» hanno avuto per adesso un impatto quasi nullo, ma per fare un bilancio tra «costi e benefici», se così si può dire, è ancora presto.
In sintesi, il clima mite di fine inverno e la siccità stanno accelerando la crescita del grano che, in gran parte d’Italia, ora si trova tra l’inizio della levata (al Nord per semine invernali) e la fioritura (al Sud).
Le colture sono caratterizzate da una certa «disomogeneità» nello sviluppo, legata al periodo di semina, all’apporto idrico con irrigazione e anche alle differenti tecniche agronomiche.
«A dare più preoccupazioni però è stata la mancanza di acqua di marzo e aprile, fino alla scorsa settimana – ha evidenziato Massimo Blandino, dell’Università di Torino.
In molti casi i frumenti sono stati irrigati (i loietti spessissimo) e la pioggia è arrivata proprio sul filo di lama, anche in terreni profondi e con buona risalita capillare. In questo caso le nitratature di inizio levata non sono state subito disponibili per la pianta e i grani stanno spigando con taglie basse. In Piemonte, per fortuna, ha piovuto bene (100 – 150 mm nella settimana finale di aprile) e si sono ristabilite delle condizioni accettabili. I grani precoci stanno per fiorire, mentre i tardivi sono in botticella e, tutto sommato, non sembrano male».
Sulla stessa linea anche il commento di Pierluigi Meriggi, di Horta: «Quello che vediamo nei campi in Emilia-Romagna è una forte disformità nello sviluppo dei frumenti causata dalle problematiche di semina, nello stesso appezzamento si vedono piante già in spigatura e altre ancora in botticella. Dove si è irrigato, e chi ha potuto lo ha fatto, si vede decisamente la differenza, le fertilizzazioni si sono attivate e il frumento si sta sviluppando bene.
«Nel veneto orientale praticamente non ha piovuto fino al 29 di aprile – sottolinea Lorenzo Furlan, responsabile tecnico di Veneto Agricoltura – i frumenti in diverse zone hanno avuto molta difficoltà ad assorbire l’azoto, per fortuna negli ultimi giorni è piovuto un po’. L’impatto delle malattie fungine – continua Furlan – sarà verosimilmente meno intenso della media
Grano duro: situazione difficile
Per quanto riguarda il grano duro nel dettaglio, in Piemonte, Lombardia e Emilia la siccità perdurante ha sicuramente causato stress idrici, in Veneto e Romagna la situazione è leggermente migliore, ma il caldo umido delle ultime settimane potrebbe causare una maggior pressione fitopatologica sulle colture.
Al centro le condizioni sono state decisamente migliori, con piogge scarse ma ben distribuite durante l’inverno e l’inizio della primavera ma in Abruzzo, Molise e Puglia settentrionale la siccità ha fatto i danni maggiori: le semine effettuate da gennaio in poi sono invece in condizioni piuttosto critiche, e in molti casi la coltura non ha nemmeno avuto la possibilità di nascere.
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 18/2020
È arrivata la pioggia, ma i frumenti sono sorvegliati speciali
di L. Andreotti, H. Lavorano
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