Altri 30 milioni di euro per gli anni 2020, 2021 e 2022 oltre ai residui di stanziamento relativi all’esercizio finanziario 2019, pari a ulteriori 10 milioni di euro, che si aggiungono ai fondi già previsti per il triennio precedente.
È il contributo che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali destina ai coltivatori di grano duro che stipulano contratti di filiera con gli operatori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti cerealicoli e lattiero-caseari attraverso un decreto approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nella riunione in videoconferenza di giovedì 26 marzo.
«Incentivare questi contratti ci permette di rafforzare tutta la filiera – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Se da un lato diamo una certezza economica ai produttori, che con questo decreto incentiviamo ulteriormente alla stipula, dall’altro miglioriamo la qualità del grano duro italiano, anche attraverso l’utilizzo di sementi certificate, dando un valore aggiunto alle imprese agroalimentari di trasformazione – prosegue L’Abbate – Stiamo lavorando per accelerare i pagamenti degli scorsi anni sia attraverso procedure di Agea, l’ente incaricato per espletarli, sia attraverso modifiche normative per semplificare l’iter.
Lo strumento dei contratti di filiera è il futuro del comparto agroalimentare italiano – conclude il Sottosegretario alle Politiche Agricole – e, pertanto, non dobbiamo far sì che i malumori nell’incasso dell’incentivo possano minarne la concreta realizzazione».
L’importo massimo del contribuito è fissato a 100 euro l’ettaro per una superficie coltivata a grano duro nel limite di 50 ettari a beneficiario ed è concesso nel regime degli aiuti de minimis del settore agricolo, ovvero entro un valore massimo di 20.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari.