I seminativi nel corso del 2022 hanno sofferto, soprattutto al Nord e Centro Italia, di un lungo periodo di stress idrico dovuto all’eccezionale carenza di precipitazioni che si sono protratte per tutte le 4 stagioni.
A questo andamento si è contrapposta una primavera 2023 che, a partire da inizio maggio, si è caratterizzata da piogge frequenti e intense, tanto da causare importanti fenomeni alluvionali e conseguenti allagamenti di vaste aree ad agricoltura intensiva.
Danni diretti di pioggia e grandine
Il primo è il danno diretto causato da piogge intense e dalla caduta della grandine: nell’immediato queste possono causare rispettivamente allettamenti e defogliazioni anche importanti e danni alle spighe dei cereali vernini appena emesse o in piena fioritura.
Successivamente, le condizioni di elevata umidità, in modo particolare dentro alle colture soprattutto se allettate, portano a un aumento dell’inoculo dei principali funghi patogeni, sia quelli propri delle malattie fogliari sia della spiga.
Nel corso di quest’anno e riguardo al frumento, le scarse precipitazioni di marzo e aprile non hanno a tutt’oggi causato diffusi attacchi degli agenti del complesso della septoriosi, viceversa è certamente da temere la fusariosi della spiga perché la condizione di forte umidità favorevoli alla diffusione dell’inoculo del Fusarium è corrisposta alla fioritura, la fase di maggiore recettività.
Disagi da eccesso idrico
Il secondo fenomeno è causato da lunghi periodi di eccesso idrico per la ripetuta caduta di consistenti piogge.
In questo caso prevale l’impossibilità di entrare nei campi per eseguire i diserbi in post-emergenza e la concimazione azotata in copertura nel caso delle colture a semina primaverile, oppure del trattamento di difesa della spiga per i frumenti. In queste condizioni altro non si può fare che rinviare il trattamento appena il terreno diventa percorribile.
In casi estremi l’applicazione di concimi fogliari a pronto effetto sono consigliati per nutrire quanto possibile la coltura e aiutare il superamento dello stress.
Effetti dell’allagamento
Il terzo e ben più severo fenomeno è causato dall’allagamento: l’asfissia a livello radicale causa l’impossibilità per le radici di svolgere le loro funzioni, fenomeno che si prolunga in relazione non solo al perdurare dall’acqua sulla superficie ma anche per la successiva saturazione dei macropori del terreno.
I cereali presentano a questo riguardo una certa «tolleranza» compresa tra 4 e 6 giorni secondo le diverse esperienze; la soia e le altre leguminose da granella invece sopportano periodi di asfissia più brevi, mentre l’erba medica si comporta leggermente meglio ma la perdita di piante è comunque rilevante.
Va valutata attentamente la sedimentazione delle particelle di limo fine e argilla sulla superficie del terreno, che accentuano l’asfissia una volta eliminata l’acqua: la rottura meccanica della crosta è opportuna appena si creano le condizioni per entrare nei campi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 20/2023
Troppa acqua sui seminativi: cosa fare adesso
di A. Reyneri
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario