Nei tradizionali e nei nuovi comprensori bieticoli-saccariferi, la sostenibilità economica della barbabietola da zucchero continua a essere rafforzata, in primis, dai reali benefici agronomici che la pianta arreca come coltura da rinnovo nell’avvicendamento colturale.
La potenziale redditività della coltura agroindustriale, il sostegno di considerevoli aiuti accoppiati e l’attrazione del prezzo della commodity zucchero a livello dei grandi mercati internazionali hanno costantemente spinto le società sementiere a cercare nuove cultivar che siano in grado di adattarsi alle ricorrenti esigenze ambientali (tolleranze alle fitopatie e al cambiamento climatico, riduzione del diserbo, aumento del periodo vegetativo/produttivo con semine precoci e autunnali).
Infine, ma non da ultimo, le attuali richieste di pratiche agricole sempre più ecocompatibili hanno pure stimolato gli organi tecnici, nonché manageriali dell’industria saccarifera, nel mettere a punto nuovi sistemi di coltivazione, rendendo già possibili due metodi produttivi certificati (bietola bio e Sqnpi) e la semina autunnale con la prospettiva futura della vendita dei crediti del carbonio a livello aziendale (i carbon farming della Pac), proprio in riferimento alla coltura della barbabietola da zucchero.
A seguito del rialzo dei listini dello zucchero sui più importanti mercati internazionali, con andamento pressoché lineare ormai da due anni e con una prospettiva di riferimento almeno del medio termine, si stanno ben consolidando i presupposti per meglio valorizzare il prezzo delle bietole a favore delle aziende agricole.
La tendenza della commodity zucchero sta pertanto rafforzando il legame tra le quotazioni di mercato e il prezzo della barbabietola così come avviene per i «prodotti derivati» (il maggiore valore di un bene deriva dall’andamento di un’altra attività connessa).
Infatti, già per la prossima campagna bieticola ci sarà un considerevole aumento del 30-33% del prezzo delle bietole rispetto al 2022, con la prospettiva di un premio ai bieticoltori allorché il Gruppo CoproB raggiunga l’obiettivo di produrre 220.000 t di zucchero nel 2023.
Inoltre, in questo quadro generale si sta pure delineando una maggiore semplificazione della composizione del prezzo della barbabietola, ormai costituito da un unico importo di riferimento per tonnellata di radici, a sua volta formato dal prezzo CoproB (a 16 gradi polarimetrici e comprensivo della quota polpe) più gli aiuti accoppiati.
In definitiva, nel 2023 i prezzi della barbabietola si attestano a 60 euro/t per la convenzionale (per una plv media stimata di 3.500 euro/ha), 90 euro/t per la bio e 60 euro/t per la Sqnpi a cui aggiungere circa 100 euro/ha per aiuti del Psr 2023-2027.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 3/2023
Dalla bieticoltura redditi sempre più interessanti
di G. Bettini
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