Aumentano in Italia i terreni seminati con grano tenero (+6,2%), diminuiscono invece le superfici coltivate con grano duro (-1,6%), ma a preoccupare è la mancanza di acqua che potrebbe danneggiare la produzione in questi mesi cruciali. È questo il primo quadro della situazione tracciato da Cai – Consorzi Agrari d’Italia in base alle stime previsionali del Ministero dell’agricoltura, su dati Istat, sulle semine di cereali autunno-vernini.
I primi dati previsionali sulle semine di grano tenero parlano di 572.175 ettari complessivi con un aumento del 6,2%, pari a 33.404 ettari in più rispetto all’anno precedente. Segni positivi per tutte le aree: +8,4% nel Nord Ovest con 144.183 ettari coltivati, +7% nel Nord Est con 270.266 ettari, +1,1% nel Centro (88.873 ettari) e +5,5% nel Sud e nelle Isole con 68.860 ettari.
Le stime sulle semine di grano duro segnalano invece 1.218.151 ettari, con una riduzione di 19.807 ettari rispetto al 2022 (-1,6%). A pesare, in particolare, il calo di 28.942 ettari (-3,2%) nel Sud e nelle Isole (875.491 ettari rispetto a 904.433 dell’anno precedente).
Aumentano invece le superfici seminate al Nord e al Centro: 1.910 ettari in più nel Nord Ovest (+11,2%), 3.947 ettari in più del Nord Est (+3,8%), 2.551 ettari in più nel Centro Italia (+1,2%).
Il calo della superficie a grano duro, peraltro, potrebbe essere smentito perché dovuto in questa fase mancano i dati completi di semina del Sud Italia, che in diverse aree ha protratto il periodo di semina fino a fine febbraio.
In lieve rialzo (+0,2%) le previsioni per l’orzo che interesserà 268.499 ettari. In crescita gli investimenti nel Nord Ovest (+21,8%), bene anche il Nord Est che si ferma al+1,8%. Su terreno negativo Centro (-1,2%) e Sud e Isole (-8,5%).