Cibo per la Mente, il Manifesto per l’innovazione in agricoltura sottoscritto da 15 associazioni della filiera agroalimentare italiana, auspica che le istituzioni italiane adottino un provvedimento simile a quello preso dalla Spagna per garantire la prosecuzione delle attività della filiera agroalimentare nell’attuale contesto emergenziale.
Nei giorni scorsi il Ministero dell’Agricoltura spagnolo, d’intesa con la Commissione Europea, ha pubblicato una risoluzione per facilitare l’importazione di mais da paesi extra-UE, innalzando in via temporanea il limite massimo consentito di residui nelle materie prime destinate all’alimentazione animale. La decisione, pensata per compensare il calo dell’offerta causato dalla crisi ucraina, fa seguito alla richiesta alla Commissione Europea di alcuni paesi membri di prevedere deroghe alla regolamentazione fitosanitaria per reperire prodotti cerealicoli dal Nord e dal Sud America.
La forte dipendenza dell’Italia dalle materie prime agricole estere rende necessario questo provvedimento in via emergenziale. Per risolvere in maniera strutturale questo problema è però indispensabile sostenere la coltivazione nazionale del mais attraverso un piano di misure economiche concrete, nonché favorire un deciso passo in avanti in materia di innovazione per prepararci ad affrontare le sfide di domani.
In particolare, un ruolo di primo piano dovranno assumerlo le più moderne tecnologie a disposizione dell’agricoltura, a partire da quella di precisione e le Nuove Tecniche Genomiche (NGTs), che consentono di incrementare la resa delle colture strategiche a parità di risorse impiegate.
Due crisi consecutive, quella della pandemia da cui non siamo ancora usciti e quella internazionale causata dal conflitto russo/ucraino in atto, hanno sottolineato in modo evidente le gravi criticità del nostro Paese nel riuscire a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari e l’urgenza di porvi rimedio in modo strutturale.