Che sia scarsamente presente o facilmente disponibile l’acqua va sempre e comunque utilizzata in modo efficiente, soprattutto alla luce del cambiamento climatico che interessa le nostre aziende agricole da Nord a Sud Italia.
Questo il presupposto alla base della 6ª edizione dell’evento «Agricoltura conservativa: dalla teoria alla pratica» organizzato dal Condifesa Lombardia Nord-Est con la partecipazione di Eurovix e Syngenta, tenutosi lo scorso 12 dicembre al Centro Fiere del Garda.
Ad aprire i lavori è stato, come di consueto, il presidente del Condifesa Giacomo Lussignoli (a sinistra nella foto) ricordando Mauro Agosti, stimato e conosciuto tecnico del Consorzio mancato nel 2016 alla cui memoria è stato dedicato un Premio annuale da assegnare ai 2 studenti che durante l’anno scolastico si sono particolarmente distinti per attività di studio nell’ambito dell’agricoltura conservativa.
Mais coltura fondamentale per la zootecnia lombarda
I lavori sono iniziati alla presenza al Tavolo dei relatori dell’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Fabio Rolfi (al centro nella foto) e del vicedirettore di Coldiretti Brescia Mauro Belloli (a destra). «Il mais è una coltura fondamentale per il made in Italy agroalimentare e soprattutto per la zootecnia lombarda, ma ha forte bisogno di rilancio, un obiettivo che si ottiene anche con il confronto tra ricerca e produttori, un plauso quindi all’iniziativa odierna. Per quanto riguarda l’acqua, risorsa fondamentale per la sopravvivenza del mais, la regione si è impegnata su più fronti, a partire dalle misure specifiche del Psr dedicate a pivot e irrigazione a goccia per arrivare al Piano invasi».
In accordo con l’assessore anche Belloli: «Sottolineo che agricoltura lombarda ha bisogno di innovazione per l’uso dell’acqua, ma deve essere innovazione razionale, ragionata e a portata di agricoltori che fanno impresa e quindi devono far quadrare i conti per fare reddito».
Gestione dell’irrigazione su misura
Le sessioni tecniche si sono aperte con un’interessante panoramica sulla gestione dell’acqua nel contesto agricolo lombardo a cura di Claudio Gandolfi, docente del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università degli studi di Milano, che ha sottolineato come per il territorio, e quindi per le attività che lo interessano, la gestione idrica debba prevedere soluzioni «su misura» studiate per ogni specifico contesto.
Sulla stessa linea l’intervento di Paolo Mannini, direttore del Canale emiliano-romagnolo, che ha sottolineato come nessuna scelta di sistemi irrigui efficienti ha effetto se l’irrigazione viene effettuata se non ce n’è bisogno, nel momento sbagliato o con un volume scorretto.
Fabian Capitanio, docente presso il Dipartimento di agraria dell’Università «Federico II», ha posto l’accento sulla necessità di una nuova visione per le politiche di stabilizzazione dei redditi agricoli, alla luce del cambiamento climatico in atto: «Polizze index based, Fondi di mutualità, premialità Psr e altri strumenti sono essenziali per il futuro, ma ricordiamo che il rischio in agricoltura si gestisce con informazioni, conoscenza, metodo, organizzazione, rapporti istituzionali e condivisione con i territori».
Più volte durante il convegno è stata citata la possibilità di aumentare la competitività del mais con la fertirrigazione tramite ali gocciolanti e secondo i risultati mostrati da Massimo Blandino, del Dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Torino: «Le tecniche di irrigazione localizzata sul mais, se associate alla fertirrigazione, possono rappresentare un fattore chiave in questo senso. I potenziali vantaggi economici sono però più limitati nelle aziende con elevata disponibilità di acqua e terreni di medio impasto con elevate riserve idriche».
Durante l’evento non è mancato inoltre uno specifico focus sulla Pac 2014-2020, a cura di Antonio Papaleo di Rete rurale nazionale, che ha ricordato come l’uso razionale dell’acqua sarà sempre più centrale nelle prossime programmazioni dello sviluppo rurale.
Focus sulle cover crops
Durante l’incontro una specifica sessione ha riguardato le cover crops con gli interventi di Luca Bechini e Pietro Marino del Dipartimento di scienze agrarie dell’Università degli studi di Milano.
L’utilizzo delle colture di copertura dà diversi vantaggi agronomici anche su mais – è emerso – ma è essenziale scegliere le giuste varietà ed evitare le specie ingelive, di scarso interesse per semine anticipate o normali.
Lorenzo Andreotti