Inizia decisamente in salita la campagna commerciale per il grano duro. In Capitanata la stagione si sta caratterizzando per una minore quantità di raccolto per ettaro e una buona media proteica del grano. La bassa produzione e il buon livello di contenuto proteico, insieme agli accordi stipulati con i contratti di filiera, dovrebbero determinare un prezzo migliore da corrispondere ai produttori, ma la Borsa Merci ha messo in evidenza un’altra realtà. Il prezzo continua ad attestarsi su livelli non remunerativi per i produttori, le ultime quotazioni della Borsa merci di Foggia infatti danno il buono mercantile a 22 euro/q.
Ma il problema è una nuova «voce» che ha fatto arrabbiare gli agricoltori pugliesi: «Nelle quotazioni, è stata inserita una categoria mai considerata prima d’ora, quella sul cosiddetto grano mandorlato – ha spiegato Michele Ferrandino, presidente provinciale di Cia Capitanata. La parte agroindustriale sostiene che il grano mandorlato sarebbe quello che ha perso qualità a causa delle bombe d’acqua che si sono abbattute sul territorio nelle ultime settimane».
«Durante l’ultima seduta della Borsa merci del 27 giugno siamo riusciti a ottenere che quella categoria venisse cancellata perché non esiste un grano mandorlato, un espediente per continuare a tenere basso il prezzo a danno degli agricoltori», ha aggiunto la vice Silvana Roberto. Sulla faccenda anche le altre professionali, Confagricoltura e Coldiretti, sono intervenute duramente per denunciare «una mera manovra speculativa a danno degli agricoltori del Sud Italia».
Grano duro: il “mandorlato” fa arrabbiare tutti
29 Giugno 2018