Il mais italiano continua ad essere in difficoltà, sia sul fronte dei prezzi, sia su quello delle superfici, però il 2019 sembrerebbe sgombrare, almeno un po’, le nubi che gravano su questa coltura. Durante la tradizionale giornata del Mais di Bergamo, infatti, è chiaramente emerso l’impegno da parte del Mipaaft per arrivare, in tempi brevi, a varare un “Piano maidicolo”, mentre sul fronte dei prezzi gli esperti segnalano un moderato ottimismo.
Stando infatti alle previsioni fatte da Filippo Bertuzzi, di Aretè sono diversi i fattori commerciali che potrebbero determinare un andamento rialzista per la campagna in corso del mais: «tra i quali abbiamo la riduzione del rapporto stock/utilizzi negli USA e nelle principali aree – ha evidenziato Bertuzzi – e le attuali difficili condizioni di campo e colturali del mais in Sud America. Questo almeno per il medio-lungo periodo, perché sul breve la lettura dei mercati è fortemente complicata da diversi elementi, primo fra tutti il mantenimento dei dazi cinesi e la scarsa probabilità di aumenti di rilievo nel mercato della soia che causerebbe un effetto domino anche su altri mercati».
New breeding tecnology al centro dell’interesse
Durante la giornata ampio spazio è stato dato all’avanzamento dei lavori del Tavolo Tecnico Mais creato dal Mipaaft qualche mese fa (vedi L’Informatore Agrario n. 37/2018 a pag. 15) che vede tra gli argomenti prioritari l’aggiornamento della Rete nazionale di confronto varietale, il potenziamento dell’agrotecnica e dei percorsi produttivi e l’esame delle potenzialità delle New Breeding Technology. Proprio quest’ultimo punto è stato evidenziato come centrale da parte di Alberto Manzo, dell’Ufficio PQAI II del Mipaaft, che ha anche assicurato come l’obiettivo finale dei diversi gruppi di lavoro sia arrivare alla creazione di un Piano di settore con uno stanziamento mirato di contributi in aiuto alla filiera maidicola nazionale. «Il Tavolo tecnico ha un ruolo strategico – ha aggiunto il presidente del CREA Salvatore Parlato – e cioè quello di individuare una linea strategica pluriennale che orienti la Ricerca per questa coltura, tenendo ben presente quanto il mais sia fondamentale per le dop del nostro agroalimentare».
Le innovazioni per il trinciato
Sul fronte tecnico la giornata del mais ha fatto il punto sulle innovazioni del trinciato grazie al contributo di Giorgio Borreani, dell’Università di Torino, e di Michela Alfieri, CREA, Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo sottolineando quanto la ricerca italiana sia avanzata in questo settore. Concetto questo ripreso da Giorgio Colombo, della Sezione Colture Industriali di Assosementi: «dal 2000 a oggi la resa del mais da trinciato è cresciuta in media del 5%, la sostanza secca digeribile è aumentata di 20/30 quintali ad ettaro e la finestra di raccolta è stata ampliata da tre a cinque giorni in media. Sono solo alcuni dei risultati conseguiti grazie all’innovazione vegetale offerta dalle ditte sementiere e il silomais, che è un prodotto del territorio e rappresenta la base delle diete degli allevamenti zootecnici, è una delle chiavi fondamentali per le dop di successo. È un esempio di eccellenza che merita sostegno».
Lorenzo Andreotti