«Serve una presa di coscienza generale da parte delle istituzioni e degli operatori e, visto che siamo in prossimità delle semine primaverili, dovremmo seminare almeno 70-80.000 ettari in più di mais per recuperare il prevedibile calo di importazione dall’Ucraina, vista la criticità attuale». A lanciare l’appello per una coalizione agricola finalizzata a incrementare le superfici italiane di mais, dalla Fieragricola di Verona, è Giulio Gavino Usai, responsabile economico di Assalzoo, l’associazione di rappresentanza dell’industria mangimistica.
Ricordiamo che nel 2021 in Italia sono stati seminati a mais poco più di 590.000 ettari, ma che nel 1999 gli ettari erano un milione.
Fra gennaio e novembre dello scorso anno, secondo i dati elaborati da Teseo.Clal.it, l’Italia ha importato dall’Ucraina circa 733.000 tonnellate di cereali, prevalentemente mais (600.000 tonnellate, pari al 13% degli acquisti internazionali), su un totale di 4,6 milioni di tonnellate di import cerealicolo nazionale, con il rischio oggi che le importazioni dai porti ucraini si blocchino.
Di scarso impatto, invece, gli acquisti italiani di soia e semi oleosi dall’Ucraina (circa 72.000 tonnellate nei primi 11 mesi del 2021).
«Il nodo principale riguarda il mais – prosegue Usai – con l’Italia che dovrà cercare altri mercati in un sistema maggiormente concorrenziale e con il rischio che i prezzi si mantengano elevati». In termini economici, un rischio tanto per l’industria mangimistica che deve acquistare materie prime dall’estero quanto per gli allevatori, che vedono aumentare sensibilmente i costi di produzione alla stalla.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 9/2022
Appello di Assalzoo per aumentare le semine a mais
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale