In Italia metà della produzione agricola e il 60% del valore economico complessivo dei prodotti agricoli derivano da circa il 20% di superficie su cui si effettua l’irrigazione. Dunque, considerata la scarsità di risorse idriche, la sostenibilità dell’attività agricola deve essere migliorata mediante tecniche irrigue che favoriscano il risparmio idrico e incrementino l’efficienza d’uso dell’acqua. Tra queste risulta particolarmente efficace la microirrigazione (irrigazione localizzata con ali gocciolanti) la cui adozione permette di ottenere risultati produttivi e qualitativi assolutamente interessanti anche sulle colture erbacee come il mais, soprattutto se accoppiata alla fertirrigazione, che permette la distribuzione frazionata dei nutrienti in accordo con lo sviluppo della coltura razionalizzandone l’efficacia.
Fertirrigazione: tanti vantaggi per il mais
Una sperimentazione svolta in Piemonte da L’Università di Torino nel biennio 2014-2015 ha infatti evidenziato come la fertirrigazione su mais ne influenzi l’efficienza d’uso dell’acqua e dell’azoto. Nelle località oggetto della prova l’ala gocciolante ha aumentato la WUE (Water Use Efficiency: kg di granella per m³ di acqua irrigua fornita, tabella 3), in particolare nell’annata più siccitosa. Gli interventi irrigui sono risultati infatti frequenti e poco abbondanti, con apporti idrici complessivamente inferiori all’irrigazione per scorrimento.
La fertirrigazione ha inoltre aumentato la NUE (Nitrogen Use Efficiency: kg di prodotto per kg di N fornito), poiché la distribuzione frazionata dell’azoto durante lo sviluppo della coltura ne ha favorito l’assorbimento quando la pianta presentava le maggiori necessità.
Digestato: fertilizzante da valorizzare
In questo senso esiste l’opportunità, per le aziende agricole che dispongono di un impianto di biogas, di valorizzare il potenziale fertilizzante del digestato.
Diversi studi, tra cui uno recente effettuato dal Dipartimento di agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente (Dafnae) dell’Università degli studi di Padova testimonia come l’applicazione del digestato su mais destinato alla produzione di trinciato ha determinato rese comparabili a quelle ottenute nello stesso areale con la concimazione chimica, evidenziando il potere fertilizzante di questo sottoprodotto.
I dati della sperimentazione evidenziano infatti che la distribuzione di digestato in quantità pari a 170 kg/ha di azoto ha determinato una maggiore resa di biomassa secca dal mais, con una produzione media pari a 22 e 16,2 t/ha, rispettivamente con e senza aggiunta di digestato.
Tecnologie appositamente studiate
È ovvio quindi che unendo la capacità fertilizzante del digestato con i vantaggi agronomici della fertirrigazione si possono ottenere dal mais risultati ancora migliori. In questo senso è essenziale disporre di tecnologie appositamente studiate allo scopo, come impianti di filtrazione di ultima generazione ed ali gocciolanti ad alta resistenza all’occlusione che rendano fattibile la distribuzione in campo.