Adottare le giuste strategie agronomiche e i mezzi tecnici più efficaci per potenziare il vigore di partenza del mais significa permettere alla coltura di superare più rapidamente il periodo critico di insediamento e di ottenere un significativo anticipo della fioritura, con vantaggi produttivi, qualitativi e sanitari.
Partendo da questo importante presupposto la Produttori Sementi Polesani, assieme a Syngenta, Timac e Chimiberg lo scorso 14 febbraio ha organizzato a Codigoro, presso l’agriturismo Oasi bianca, un interessante convegno tecnico dal titolo «Mais: partire bene per assicurare il risultato».
Protezione e fertilizzazione
Dopo i saluti di Arnaldo Bovolenta, titolare della Produttori Sementi Polesani, Andrea Pedrazzini, di Chimiberg, ha evidenziato i vantaggi di utilizzare su mais un geoinsetticida a duplice attività: «Teflustar unisce l’efficacia del Teflutrin alla distribuzione di 10 unità di fosforo localizzate ad ettaro e microelementi, risparmiando quindi tempo, carburante e movimentando un peso e volume di materiale notevolmente ridotto rispetto alla distribuzione separata di insetticida e concime. Grazie alle sue caratteristiche Teflustar ha un effetto starter significativo già alla dose di 25 kg/ha di formulato».
Stefano Gardenghi, di Timac Agro, ha sottolineato l’importanza di determinati elementi nutritivi per le prime fasi del mais: «la linea D Coder contiene un complesso organico di origine vegetale che attiva lo sviluppo radicale attraverso un complesso di aminoacidi e i due prodotti ideali di questa linea per il mais sono D Coder F1, concime NP con zinco contenente Top Phos, il fosforo solubile in acqua non retrogradabile e sempre disponibile brevettato da Timac e, in alternativa, D Coder Fosfactyl, indicato particolarmente per leguminose e bietola».
Novità dalla genetica
Genetica e difesa della coltura sono state le due tematiche dell’intervento di Pietro Bianchi di Syngenta: «il mais va difeso partendo dal seme e da quest’anno Syngenta propone Celest Quattro, conciante che grazie alle sue quattro sostanze attive (Fludioxonil, Metalaxil-M, Thiabendazolo e Azoxystrobin), assicura la miglior protezione dagli attacchi dei patogeni del genere Fusarium e Pythium, principali agenti del marciume delle plantule di mais. Anche sul fronte della genetica abbiamo delle novità, a partitre da SY Fuerza, 130 giorni, adatto sia per la produzione di granella sia di pastone che, oltre all’elevata produttività, si caratterizza per una elevata concentrazione di amido della granella e per la sua digeribilità. Per il trinciato consigliamo SY Gladius, ibrido che si esprime al massimo negli ambienti più vocati e nei terreni fertili, una pianta con spiccato stay green ed elevato contenuto di amido per aumentare l’energia nel trinciato».
Le giuste agrotecniche per massimizzare il vigore di partenza
L’incontro è stato chiuso dall’intervento tecnico di Massimo Blandino, docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino: «una nostra sperimentazione biennale ha messo in luce che differenze anche di 2-3 giorni nella fioritura si traducono in significativi e tangibili vantaggi produttivi e di umidità alla raccolta, sottolineando l’importanza delle giuste agrotecniche nella primissima parte del ciclo colturale.
Tra queste, le concimazioni localizzate alla semina, con apporti di azoto e fosforo, e in seconda battuta le concimazioni azotate di fondo con concimi a non pronto effetto, ricoprono un ruolo fondamentale.
Soprattutto nelle annate con primavere fresche, le lavorazioni tempestive dell’interfila che favoriscono una maggior aerazione del terreno e gli apporti azotati in copertura nelle prime fasi, mediante la distribuzione di concimi a pronto effetto o l’applicazione di prodotti liquidi, possono contribuire a un più rapido sviluppo della coltura, in particolare se combinati tra loro e con le concimazioni alla semina. La concimazione localizzata alla semina è pratica molto diffusa, ma la crescente necessità di distribuire geodisinfestanti granulari per ovviare alla indisponibilità di concia insetticida e per contenere l’infestazione da diabrotica, ha recentemente comportato un certo abbandono di questa pratica.
Va sottolineato che l’applicazione al mais della concia fungicida assume un’importanza ulteriore in condizioni sub-ottimali di semina, come nel caso di primavere fresche e piovose, e per la mancata capacità della pianta ad accestire e modulare l’investimento colturale».