Combi Mais 2025 conferma l’anima «ECO»

La nuova edizione di Combi Mais, l’innovativo protocollo per la coltivazione del mais che compie 12 anni, diventa ECO e continua a puntare su ricerca e innovazione come chiavi per adattare il mais ai nuovi scenari climatici, nel solco di quanto richiesto dalla nuova politica comunitaria in termini di produzione, qualità, salubrità, risparmio idrico, genetica innovativa e nutrizione ottimizzata.

Mario (a sinistra) e Andrea Vigo
Mario (a sinistra) e Andrea Vigo alla presentazione di Combi Mais ECO 2025

I punti focali del protocollo 2025

Qualità nutrizionale. Nel segno di un impegno ambientale sempre costante quest’anno si valuterà un’area su cui la concimazione verrà effettuata unicamente con prodotti con LCA (Life-cycle assessment) certificata. Verranno inoltre utilizzati formulati innovativi in grado di conferire alle piante una maggiore resistenza a stress di natura ambientale e fisiologica, favorendo lo sviluppo e la funzionalità dell’apparato radicale.

Genetica. Per il secondo anno consecutivo verranno seminati gli ibridi Short Corn, la nuova genetica che consente un potenziale miglioramento produttivo – non solo nell’ambito zootecnico – riducendo lo stress della pianta.

Risparmio idrico. Soluzioni di ultima generazione per l’irrigazione a goccia e micro-irrigazione consentono un affidabile calcolo dell’efficienza idrica, grazie ad un nuovo sistema di Precision farming che consente di monitorare i risultati direttamente dal proprio smartphone.

Preparazione e lavorazione del terreno. Le diverse lavorazioni, dalla preparazione del terreno alla semina passando per la sarchiatura, verranno effettuate con attrezzi e macchinari di ultima generazione.

Combi Mais è un protocollo che ha raggiunto un elevato livello in materia di digitalizzazione dei processi agricoli; novità di quest’anno anche l’utilizzo di una centralina meteo che consentirà di integrare i dati di raccolta, permettendo di calcolare in tempo reale piovosità, temperature, umidità, evapotraspirazione.
«Con Combi Mais 2025 ECO e le novità del protocollo entriamo a pieno titolo nell’agricoltura del futuro – commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri e ideatore di Combi Mais – in grado di rispondere con successo ai cambiamenti climatici estremi e dare nel contempo una risposta produttiva e qualitativa all’imprenditore agricolo». «Il settore del mais italiano sta attraversando una fase complessa, tra difficoltà produttive e la necessità di un adattamento alle nuove condizioni climatiche – aggiunge Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste. Iniziative come Combi Mais 2025 ECO non solo rappresentano un esempio concreto di innovazione e sostenibilità, ma sono anche un passo avanti in termini di sperimentazione, anticipando gli scenari futuri sia produttivi che normativi. Regione Lombardia continuerà a sostenere la ricerca e l’adozione di protocolli agronomici avanzati, perché crediamo in un’agricoltura competitiva, rispettosa dell’ambiente e capace di garantire la nostra sovranità alimentare».

I partner dell’edizione 2024

Netafim, leader mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di soluzioni per l’irrigazione a goccia e la micro-irrigazione; Unimer, leader italiano nella produzione di fertilizzanti solidi a valenza ambientale, per la nutrizione organo-minerale e il miglioramento del suolo; Cifo, azienda specializzata nella nutrizione localizzata alla semina, fertirrigazione e biostimolazione fogliare; Bayer Cropscience, a supporto sia della protezione delle piante che della genetica con il marchio Dekalb, per la selezione dei migliori ibridi e infine attraverso la piattaforma digitale FieldView per il supporto all’agricoltura di precisione; Agriserv, società di Contoterzisti specializzati nell’agricoltura di precisione e gestione dei dati; VH Italia, compagnia assicurativa monoramo europea specializzata nel settore dei rischi agricoli; Ri.Vi., specializzata nell’assistenza di macchine e attrezzature agricole di ultima generazione.
Il coordinamento agronomico è affidato al dott. Leonardo Bertolani, quello scientifico al prof. Amedeo Reyneri, docente di agronomia e coltivazioni erbacee presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino.