Il Dipartimento americano dell’agricoltura (Usda) ha annunciato nei giorni scorsi un’ennesimo taglio alle previsioni sul raccolto di soia argentino a causa della siccità dell’estate 2022. Una riduzione di altri 8 milioni di tonnellate, rispetto alle indicazioni di febbraio, che ha portato la previsione sulla produzione di soia del Paese a 33 milioni di tonnellate, il risultato peggiore degli ultimi 14 anni.
La prospettiva, secondo gli analisti, avrà considerevoli implicazioni sul commercio mondiale di semi di soia, largamente impiegati per l’estrazione di oli, ma anche per la produzione di panelli e farine da destinare all’alimentazione animale.
L’ultima stima sul raccolto argentino potrebbe anche subire ulteriori correzioni al ribasso, basandosi sull’esperienza delle precedenti due annate siccitose, quelle del 2009 e del 2018, rivelatesi a consuntivo significativamente peggiori, per l’impatto sulle rese, rispetto alle valutazioni iniziali. Tuttavia c’è chi suggerisce una lettura dei dati meno negativa, partendo dalla constatazione che la produzione aggregata di Brasile, Argentina e Paraguay è di 196 milioni di tonnellate, in crescita del 10% sulla scorsa campagna.
Tuttavia, nel contesto attuale, i mercati, più che alla produzione, guardano al rapporto scorte/consumi, che sembra in questa fase indicare un peggioramento rispetto alla scorsa campagna. Un fattore che potrebbe condizionare l’andamento dei prezzi internazionali, anche in considerazione di una ripresa della domanda cinese, con Pechino che da sola detiene un terzo delle scorte globali di soia.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 11/2023
La siccità taglia il raccolto di soia argentino
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