La campagna di raccolta del pomodoro 2020 è iniziata il 15 di luglio e a partire dal 26 luglio il clima è stato connotato da alte temperature, tanto che, nel complesso, agosto 2020 è risultato notevolmente più caldo del clima di riferimento 1961-1990 (+2,3 °C) e lievemente più caldo del clima recente 1991-2019 (+0,53 °C, grafico 1). Sebbene le precipitazioni di agosto 2020 abbiano raggiunto un valore cumulato (stima media regionale) di circa 80 mm rispetto ai circa 60 attesi dal clima 1961-2018 con un surplus medio di pioggia di circa 20 mm, queste sono state concentrate in pochi giorni.
I primi giorni di agosto, dal 2 al 5, hanno registrato piogge cumulate di 35 mm sul territorio regionale emiliano-romagnolo, con fenomeni intensi tanto che nel solo giorno 3 agosto sono caduti in media ben 20 mm di pioggia. Le precipitazioni si sono poi arrestate del tutto, favorendo le temperature estreme di cui abbiamo detto, per tornare solo nella fine del mese al 29 di agosto (fonte: Bollettino mensile a cura della Struttura idro-meteo-clima, anno I, n. 8, agosto 2020).
L’effetto sovramaturazione
Quali effetti ha avuto questo andamento meteoclimatico sulla raccolta e sulle consegne del pomodoro?
Le alte temperature hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme, causando la maturazione in contemporanea delle bacche la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive.
Le precipitazioni intense dei primi giorni di agosto hanno inoltre causato, da un lato, l’impossibilità della raccolta del pomodoro in campo, facendo perdere almeno 3 o 4 giorni di consegne e di trasformazione e, dall’altro, una minore tenuta dei frutti, con il rischio di spaccatura delle bacche, sollecitata dall’eccesso idrico. L’andamento delle consegne del pomodoro La concomitanza di questi fenomeni ha reso oggettivamente difficile per gli agricoltori conferire tutto il prodotto maturo alle industrie che per rispondere alle richieste agricole hanno peraltro operato al massimo della loro capacità produttiva.
Azioni a supporto degli agricoltori
Per evitare ai produttori particolarmente colpiti da questa anomalia climatica una grave perdita di reddito, l’Oi ha prontamente, già dall’11 agosto, chiesto al Ministero delle politiche agricole – in questo poi supportata da op e Regioni – l’attivazione della misura per la mancata raccolta prevista dall’ocm ortofrutticola. Il Ministero delle politiche agricole ha accolto la richiesta in tempi brevi, autorizzando «in via eccezionale e limitatamente alla campagna in corso, nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi, l’attivazione della misura «mancata raccolta» del pomodoro coltivato in pieno campo, destinato alla trasformazione industriale e oggetto di contratti stipulati tra organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione».
La Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con le altre Regioni (Lombardia, Piemonte e Veneto) ha attivato a tempo record le procedure necessarie, organizzando squadre di tecnici regionali per il sopralluogo in campo per verificare e validare le richieste, così come previsto dalla norma. Le op che hanno usufruito della misura hanno presentato alla Regione competente la modifica del proprio programma operativo e la contemporanea comunicazione all’organismo pagatore. Al termine delle operazioni la misura è stata attivata su 190 ettari: 121 in Emilia-Romagna, 53 in Lombardia, 10 in Veneto e 6 in Piemonte.
I risultati della campagna
Essendo partita in anticipo e anche a causa della sovramaturazione, la campagna di raccolta si è conclusa precocemente terminando circa una settimana prima rispetto alla media. La produzione in campo è stata caratterizzata da alte rese – circa 74 t/ha – al confronto di una media quinquennale di circa 70 t/ha. Buona anche la qualità come testimonia il grado Brix di 4,82, superiore alla media.
Ottime rese si registrano anche per la coltivazione biologica, grazie a un andamento meteo-climatico che non ha determinato significative problematiche fitosanitarie. A livello nazionale, sommando il dato del Centro-Sud Italia a quello del Nord Italia, si è così raggiunta una produzione complessiva di circa 5,1 milioni di tonnellate.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 6/2020
Misure immediate per affrontare la sovramaturazione
Di M.C. Cavallo
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale