Semina diretta su pacciamatura: ottimi risultati per il pomodoro

Campo di Manfredonia (FG) ad ingrossamento bacche

Considerando che il pomodoro da industria è una coltura abbastanza esigente in termini di volumi irrigui, la pacciamatura può essere uno dei metodi per ridurre l’evaporazione dell’acqua dal suolo e migliorare la sostenibilità nella coltivazione dello stesso.

I teli pacciamanti utilizzabili in agricoltura si differenziano per materia prima impiegata, proprietà strutturali (degradabilità, resistenza ad agenti biotici, ambientali, ecc.) e agronomiche (capacità di contenimento delle infestanti, effetti sulla precocità delle colture, riduzione dell’acqua evaporata dal suolo, miglioramenti degli aspetti qualitativi dei prodotti raccolti). Attualmente i polimeri biodegradabili rappresentano un’alternativa a quelli tradizionali in polietilene il cui riciclaggio risulta spesso impraticabile o non economicamente sostenibile. In aggiunta, per rendere completamente meccanizzabile la coltivazione del pomodoro da industria l’impiego dei teli pacciamanti biodegradabili risulta fondamentale per non ostacolare la raccolta meccanica.

Lo scopo del lavoro svolto nel 2023 dal Dipartimento di farmacia, corso di agraria, dell’Università di Salerno in collaborazione con l’Azienda agricola Schettini e Novamont S.p.A. è stato quello di valutare, mediante un sistema completamente meccanizzato, la semina diretta del pomodoro da industria su telo pacciamante biodegradabile, coltivato in areali altamente vocati alla sua produzione. Il lavoro sperimentale è stato condotto a Lesina e Manfredonia, in provincia di Foggia, testando la semina diretta su pacciamatura biodegradabile a confronto con le consuete pratiche aziendali di coltivazione del pomodoro da industria (trapianto senza pacciamatura biodegradabile e trapianto con pacciamatura).

Emergenza e crescita delle piantine di pomodoro da semina su pacciamatura

Risultati nelle due località

Nel campo di Lesina le piante trapiantate, sempre al momento della raccolta, hanno presentato più frutti marci e immaturi rispetto alle piante seminate (tabella 1).

Invece, il numero dei frutti, il peso sia fresco sia secco dei frutti, le t/ha di produzione commerciale e il numero delle bacche assolate non hanno riportato differenze statisticamente significative tra le tesi in prova. La tecnica della semina su pacciamatura biodegradabile ha permesso una riduzione dei volumi irrigui del 48% e una riduzione delle unità fertilizzanti azotate del 23%.

Nel campo di Manfredonia (tabella 4), il numero di frutti per pianta, il peso fresco e secco dei frutti per pianta, così come la produzione commerciale in termini di t/ha sono risultati statisticamente maggiori per le piante ottenute da semina su pacciamatura biodegradabile. Invece, non sono state registrate differenze, tra le due tesi investigate, per i frutti immaturi, le bacche marce, le bacche assolate e le bacche affette da marciume apicale.

Il pomodoro per raggiungere elevate produzioni richiede elevati apporti nutritivi ed irrigui. Considerando gli apporti irrigui e azotati forniti nelle due tesi, la semina su pacciamatura biodegradabile, rispetto al controllo non pacciamato da trapianto, ha ridotto la dose di azoto di circa il 29% e l’apporto di acqua irrigua di circa il 57%.

Effettuando una comparazione di tutti i risultati ottenuti per il campo di Lesina è stato possibile notare come le piante di pomodoro tipologia miniplum ottenute da semina su pacciamatura biodegradabile hanno riportato valori maggiori di clorofilla e peso della radice, mantenendo valori comparabili di peso delle foglie e di produzione commerciale (t/ha) rispetto alle piante trapiantate, ma allo stesso tempo permettendo di risparmiare sia in termini di concimazione azotata sia di volumi irrigui. Dai risultati ottenuti a Manfredonia (Foggia) è stato possibile notare come le piante di pomodoro tipologia allungato per pelato ottenute da semina su pacciamatura biodegradabile, rispetto al controllo convenzionale non pacciamato da trapianto, hanno riportato valori maggiori di peso della radice, produzione commerciale a ettaro (t/ha), componenti della produzione come il numero dei frutti, ma anche effetti positivi sulla qualità con aumento del diametro polare e del Brix (t/ha).

Sperimentazione finanziata dal Programma di Ricerca «National Biodiversity Future Center – NBFC» – Codice CN_00000033 (CUP B13D21011610004) – Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – Missione 4 Componente 2, «Dalla ricerca all’impresa» Investimento 1.4, «Potenziamento strutture di ricerca e creazione di «campioni nazionali di R&S» su alcune Key Enabling Technologies», approvato con Decreto Direttoriale MUR n. 1034 del 17-6-2022.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 8/2023
Semina diretta su pacciamatura: ottimi risultati per il pomodoro
di D. Ronga, A. Di Serio, V. Alfano, M. Cucino, A. Ciancolini, D. Villano, M. Falce
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