Nonostante le difficoltà climatiche registrate nel corso dell’annata, iniziate con le gelate di inizio aprile per poi proseguire tra bombe d’acqua e grandinate a macchia di leopardo al Nord e siccità al Centro-sud, la campagna del pomodoro da industria in Italia sta per chiudersi con un risultato inaspettato: la crescita della produzione.
A raccolta quasi ultimata, le stime indicano una produzione quasi salomonicamente suddivisa tra Nord e Centro-sud, con 2,9 milioni di tonnellate per area di coltivazione, che porterebbero a un totale tra 5,8 e 5,9 milioni di tonnellate, con una crescita di circa il 12-13% rispetto al 2020. La qualità è generalmente risultata buona, con gradi Brix interessanti e bacche sane.
L’obiettivo dichiarato dall’industria della ricostituzione delle scorte, terminate in conseguenza anche dei maggiori consumi legati alla pandemia e al lockdown, sembrerebbe dunque raggiunto, ma preoccupa un altro dato, quello delle importazioni che, nei primi sei mesi del 2021 (gli ultimi dati disponibili dall’Istat), vedono più che raddoppiare i quantitativi di semilavorati giunti in Italia. Le importazioni sono infatti passate dalle 61.462 tonnellate del 2020 (periodo gennaio-giugno), alle 132.959 tonnellate dello stesso periodo del 2021.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2021
Pomodoro: in Italia nel 2021 a sorpresa il raccolto cresce
di L. Bazzana
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