Procede a rilento la campagna 2019 del pomodoro da industria del Nord Italia, con una produzione al di sotto della media degli anni passati, segnata dagli effetti del cambiamento climatico.
Lo rileva l‘Organizzazione interprofessionale (OI) pomodoro da industria del Nord Italia, che raggruppa la maggior parte degli operatori della filiera, che oggi a Parma ha fatto il punto della situazione.
«La campagna 2019 – ha detto Tiberio Rabboni, presidente dell’OI – sta procedendo con una settimana di ritardo rispetto alle stagioni passate. Ad oggi si è raccolto poco più di 1 milione di tonnellate di pomodoro, meno della metà del contrattato, quando di solito in questo periodo si è in genere già oltre la metà dei quantitativi richiesti dalle imprese».
«Le rese, sulle produzioni precoci e medio-precoci – ha aggiunto Rabboni – sono risultate più basse degli altri anni: al di sotto dei 700 quintali per ettaro. Ora attendiamo di vedere le rese del pomodoro tardivo, in raccolta nelle prossime settimane, per capire se potrà esserci una ripresa».
A giudizio di Rabboni, «ad aver inciso è stato soprattutto il maltempo di maggio con costanti piogge e temperature ben al di sotto delle medie stagionali: ne è conseguito un rallentamento del processo di maturazione del pomodoro. A questo – conclude – si sono poi aggiunti i danni derivanti da grandinate, bombe d’acqua e forte vento che si sono alternati ad ondate di calore con picchi anche di 40 gradi».
Nel corso della campagna 2019 sono complessivamente 36.420 gli ettari coltivati a pomodoro da industria nel Nord Italia.